Jesi-Fabriano

Jesi, la denuncia degli anarchici: «Manomesso lo striscione di solidarietà agli operai della Caterpillar»

Era all’ingresso della sede del Centro “Luigi Fabbri”. «Ennesimo atto di violenza e intimidazione, probabilmente avvenuto durante la notte di Natale: frutto di rancore, dei fumi alcolici della movida o peggio dallo squadrismo organizzato»

Caterpillar, lavoratori e sindacati in presidio

JESI – Manomesso lo striscione di solidarietà nei confronti di lavoratori e lavoratrici della Caterpillar che gli anarchici di Jesi e Chiaravalle avevano posizionato all’ingresso della sede del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”. È la denuncia dei delle sezioni “Michele Bakunin” di Jesi e Francisco Ferrer di Chiaravalle del FAI – Federazione Anarchica Italiana.

«Durante la mattinata di Natale – spiegano – mentre eravamo andati come compagni anarchici a portare la nostra solidarietà ai lavoratori della Caterpillar, e a condividere un Natale di lotta, dopo la riuscita manifestazione dello scorso 23 dicembre, alcuni compagni ci hanno comunicato che lo striscione, posto all’entrata della sede del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, era stato strappato parzialmente. Sullo striscione c’era scritto: “Reddito e futuro. Ieri la SIMA, oggi la Caterpillar”. Parole utili ad indicare gli obiettivi necessari per i lavoratori della fabbrica di cui è stata annunciata la chiusura. Un testo in cui, oltre la rivendicazione sindacale, c’è racchiusa la memoria storica di questa città con il chiaro riferimento alle lotte della SIMA di quaranta anni fa. Non c’era neanche la solita A cerchiata a firmare lo striscione».

Lo striscione che era stato appeso all’entrata della sede del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri

Secondo gli anarchici: «E’ l’ennesimo atto di violenza ed intimidazione che periodicamente viene fatto nei confronti degli anarchici di Jesi: striscioni strappati, bacheche danneggiate o imbrattate, bandiere rubate. Abbiamo perso il conto degli episodi. Questa volta il fatto è più grave in quanto colpisce direttamente le lotte degli operai, con un’azione intimidatoria e squadrista, resa evidente dai segni lasciati sullo striscione per poterlo strappare via. Il fatto probabilmente è avvenuto durante la notte di Natale, forse frutto di un rancore da parte di qualcuno nei nostri confronti, o dal vandalismo prodotto dai fumi alcolici della movida, o peggio dallo squadrismo organizzato, non è dato sapere».

«L’episodio è ad ogni modo di una gravità preoccupante in quanto non colpisce gli anarchici, ma la lotta e la memoria operaia di questa città, e ne denuncia la matrice in maniera chiara più di quanto mestieranti blateranti della politica vogliano evitare, in stretta correlazione con l’attentato incendiario alla sede della CGIL di qualche settimana fa. Dal canto nostro non ci lasceremo intimidire. Continueremo a stare dalla parte di chi lotta per i propri ed altrui diritti, e ad agire alla luce del sole contro i vigliacchi che vandalizzano una città, strappando uno striscione, o peggio, annunciando la chiusura di una fabbrica in prossimità delle feste natalizie».

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