Jesi-Fabriano

Jesi, alla Cisterna romana il set di “The Zone”

Citazioni cinematografiche e letterarie per il lavoro del regista jesino Alessandro Tesei e di Subway. Un viaggio a Pryp'jat', città fantasma a due passi da Chernobyl, per lo jesino le cui foto sono finite sul National Geographic

The zone il set cisterna romana jesi
La Cisterna romana di Jesi, qui usata come set per The Zone

JESI – Lo spazio antistante la Cisterna romana di via Posterma diventa set cinematografico per le riprese di “The Zone”. Appassionati di cinema, un progetto ambizioso e una location perfetta sono gli ingredienti di questa produzione targata Subway per la regia dello jesino Alessandro Tesei.

The zone: il set
The zone: il set

Il set allestito nella Cisterna richiama il film “Stalker” del regista sovietico Andrei Tarkovsky: le dune di sabbia sul pavimento sono un evidente omaggio al regista per questa pellicola, liberamente tratta dal romanzo “Picnic sul ciglio della strada” (1971) dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij.

The zone il set cisterna romana jesiLa storia che sta prendendo forma tra le mura della cisterna però, è solo in parte collegata con il film.
«Esatto: “The Zone” è una parte del documentario che Alessandro Tesei ed il fotoreporter di fama internazionale Pierpaolo Mittica hanno realizzato a Pryp’jat’, città fantasma a due passi da Chernobyl – spiega Alessandro Tarabelli per Subway che si occupa delle riprese insieme ad Andrea Antolini e Leonardo Martellini, Diego Morresi è il direttore della fotografia– Quello che facciamo qui a Jesi è una sottotrama del documentario che racconta le “incursioni” degli stalker in questa città. Per “Stalker” in russo si intende quel gruppo di persone, per lo più giovani, che si vogliono riprendere questa città ovviamente in maniera simbolica». A Pryp’jat’, infatti, c’è ancora un tasso elevato di radioattività che impedisce ufficialmente ogni accesso all’area contaminata.

The zone il set cisterna romana jesiInsomma, in Europa ce ne siamo dimenticati ma lo scenario è apocalittico?
«Assolutamente sì – spiega Tesei – La natura ha preso il sopravvento in questa cittadina ma è una natura spesso malata. Pryp’jat’ era stata costruita per ospitare i lavoratori della centrale nucleare, una cittadina di 60mila abitanti che dopo il disastro furono condannati a subire una forte contaminazione: nessuna speranza di salvarli, uomini, bambini, donne anche in gravidanza. Io e Pierpaolo Mittica siamo stati a Pryp’jat’ lo scorso marzo per conoscere l’attività di questi stalker, e insieme a loro abbiamo visitato questo luogo fantasma: sono ragazzi ucraini che vi entrano illegalmente, c’è chi lo fa per il brivido, chi è spinto dal nichilismo, chi mosso da ideali libertari. I giovani in Ucraina non hanno grandi possibilità di realizzazione, per alcuni di loro queste azioni sono una protesta nei confronti del loro Paese che li ha abbandonati».

The zone il set cisterna romana jesiA Pryp’jat’ è ambientato un videogioco: i personaggi si muovono dentro la città realizzata con ricostruzioni eccezionali in cui morte e distruzione non fanno mai dimenticare la vera natura di questo luogo.
«Nella parte del documentario che stiamo girando nella Cisterna abbiamo sentito l’esigenza di mettere insieme le citazioni cinematografica e letteraria con la realtà dei fatti – continua Tarabelli – C’è un protagonista solo parzialmente inventato, interpretato dall’attrice romana Vanina Marini.The zone il set cisterna romana jesi Collabora al progetto anche Luca Lampis, di Ancona, autore della colonna sonora».

Le foto del viaggio di Tesei a Pryp’jat’ sono state pubblicate su National Geographic: «L’idea è quella di finanziare il documentario con il crowdfunding e raccogliere fondi per far conoscere al pubblico questa realtà».