Jesi-Fabriano

Iom, da venticinque anni accanto ai malati e alle loro famiglie

L'Istituto Oncologico Marchigiano di Jesi e Vallesina presieduto da Anna Maria Quaglieri e diretto da Maria Luisa Quaglieri ha festeggiato sabato 3 luglio i 25 anni di impegno

Anna Maria Quaglieri (presidente Iom) e Maria Luisa Quaglieri (direttrice Iom)

JESI- Venticinque anni di amore, coraggio, vicinanza. Venticinque anni di servizio e di cure, di premure e di aiuto ai malati oncologici e alle loro famiglie. Sono riassunti così, i 25 anni dello Iom, almeno per chi conosce davvero l’Istituto Oncologico Marchigiano di Jesi e Vallesina, che in questo quarto di secolo ha assistito oltre 6.500 famiglie.

Nato grazie alla determinazione della sua presidente Anna Maria Quaglieri e all’apporto medico-scientifico del dottor Giorgio Rossi (ex primario del reparto di Oncologia dell’ospedale di Jesi) e del compianto dottor Sergio Cascia (ex responsabile dei medici di famiglia della Vallesina), lo Iom si è sempre più strutturato nel tempo riuscendo a conquistare importanti traguardi e vedendo riconosciuto dalla Asur il suo fondamentale ruolo nell’assistenza domiciliare ai malati oncologici. Lo Iom ha festeggiato i 25 anni nella splendida cornice del ristorante “Erard” di Montecarotto, sabato scorso (3 luglio). Non sono voluti mancare il sindaco di Jesi Massimo Bacci, il presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli, l’assessore alla sanità della Regione Filippo Saltamartini, medici e dirigenti della Asur, collaboratori e soprattutto loro, gli infermieri che sono il vero cuore pulsante dell’Istituto.

Emozionata, come sempre quando descrive la sua creatura, lo Iom, Anna Maria Quaglieri ha tracciato un bilancio dell’impegno dell’associazione da lei fondata in questi lunghi (e difficili) 25 anni dove non sono certo mancate le salite ma non è mai venuto meno il coraggio: oltre 300.000 chilometri percorsi, 6.577 pazienti trattati a domicilio, 50 volontari, 535 soci, 226.800 accessi presso il domicilio, 34.815 prestazioni medico-infermieristiche a domicilio, 7 auto attrezzate. «Siamo cresciuti per assicurare conforto a quante più famiglie possibile, gratuitamente, cercando di migliorare costantemente la qualità del nostro lavoro. Ciò che ci spinge nella quotidianità, è il legame che si crea tra noi Iom e le persone. Un rapporto forte e intenso costruito sull’amore, sulla fiducia, sul rispetto e sulla riconoscenza». “Riconoscenza” è una parola che spesso ha accompagnato i discorsi della presidente, che ha saputo trovare un numero sempre crescente di persone a darle fiducia affiancandosi allo Iom e spendendosi in prima persona per l’associazione, magari senza neanche aspettarsela quella riconoscenza tante volte pronunciata insieme alla parola “amico”. Dopo tutto, come ha sempre ribadito la presidente, facendone quasi un suo motto «posso perdonare ogni cattiveria al mio nemico, ma non la delusione al mio amico. L’amicizia è un dono divino e una delle poche scelte che la vita ci concede».

Tanti di quegli amici, c’erano a festeggiare lo Iom, una «macchina che produce solidarietà e dona speranza», come la definisce il direttore responsabile dello Iom Maria Luisa Quaglieri. «Portiamo la speranza nelle case, nessuno sarà mai lasciato solo. In qualunque momento, chi ha bisogno di noi, ci siamo. Dietro lo Iom c’è una comunità, un territorio e molti degli amici che ci hanno sempre sostenuto – conclude Maria Luisa Quaglieri – la festa di sabato è stata in realtà un modo di celebrare non solo un traguardo importante ma anche di ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo hanno creduto in noi e continuano a farlo».

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