Jesi-Fabriano

“Io sono l’opera 2021”: gli jesini interpretano il loro amore per la Stagione lirica

È la campagna di comunicazione con cui i cittadini e le cittadine hanno voluto interpretare i titoli delle opere della 54esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi

Le locandine degli spettacoli della Stagione Lirica

JESI- Un atto d’amore per Jesi e per la sua stagione lirica, giunta quest’anno alla 54esima edizione. È la campagna di comunicazione “Io sono l’opera 2021. L’opera lirica è parte di noi e della nostra città” con cui i cittadini e le cittadine hanno voluto interpretare i titoli delle opere in cartellone, testimoni vivi di un legame tra la città e il suo teatro.

L’esito della campagna di comunicazione, giunta alla sua terza edizione, è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa al teatro di Jesi. Protagonisti di questa stagione lirica sono una donna, un uomo, una coppia: ovvero i tre testimonial delle opere in cartellone, “Maria De Buenos Aires” opera-tango di Astor Piazzolla, “Il Castello del principe Barbablù” di Béla Bartók, e “Il segreto di Susanna” intermezzo di Ermanno Wolf-Ferrari. Lo shooting fotografico si è tenuto il 25 giugno, hanno partecipato in 28, di cui 22 singoli e 3 coppie. Le donne sono state invitate ad interpretare il personaggio di Maria, agli uomini la sfida di essere Barbablù, le coppie hanno vestito i panni degli innamorati Susanna e Gil. Tutti, con grande attenzione e ironia, si sono tuffati nelle atmosfere dei titoli in programma dando la loro interpretazione mimica, estetica e artistica davanti all’obbiettivo d’eccezione di Francesca Tilio, fotografa e performer jesina. Le foto di tutti i partecipanti allo shooting sono state poste nella platea vuota per permettere a ciascuno di posizionarsi davanti alla propria foto.

Il vice sindaco Luca Butini e il direttore artistico Cristian Carrara hanno sottolineato la bellezza di questo «dialogo tra la città e il teatro, opportunità che permette al teatro di mettere in moto sentimenti ed emozioni in cui ciascuno può riconoscersi». L’invito che è stato rivolto alla cittadinanza in questa terza edizione di “Io sono l’opera” era di cercare la propria somiglianza con i personaggi delle opere, e per la prima volta sono state invitate anche le coppie. «È senza dubbio una iniziativa geniale – conclude Butini – così originale ed effervescente, che mette in moto energie tra il palcoscenico, il teatro e la città. Un’iniziativa che rappresenta perfettamente il lavoro svolto dalla Fondazione Pergolesi Spontini in questi anni». Il direttore generale della Fondazione, Lucia Chiatti ha mostrato soddisfazione per la grande partecipazione della cittadinanza anche quest’anno, a dimostrazione di un grande attaccamento delle persone al suo teatro.  

Entusiasta l’artista Francesca Tilio, la cui sensibilità nel saper guardare le anime dei suoi personaggi davanti all’obbiettivo è la chiave di volta del progetto. «Ogni anno è un po’ una sorpresa per me – dice Francesca Tilio – cambiano i volti, le emozioni, i titoli ed è un progetto che mi sorprende sempre». Nel corso della presentazione del progetto, si è dato spazio alle emozioni dei partecipanti che hanno voluto donare un po’ del loro saper fare ai presenti: una danzatrice si è esibita in una piccola pillola danzata davanti alla sua foto, una appassionata di scrittura ha mandato un piccolo testo in cui raccontava l’emozione di calarsi in un personaggio storico, un altro partecipante ha mandato una pillola video con la sua testimonianza diretta. Dai palchi sono stati svelati i nomi dei ritratti selezionati e lì i protagonisti hanno scoperto chi era stato selezionato. Le foto di tutti i 28 partecipanti saranno esposte nelle vetrine dei negozi aderenti all’iniziativa e negli esercizi commerciali, grazie alla collaborazione di JesiCentro: «È sempre apprezzabile quando il teatro esce dal palazzo», dichiara Alfredo Benigni per JesiCentro.


Dopo la selezione dei ritratti, il lavoro grafico si è concentrato sull’unire la foto al manifesto e la persona al personaggio, ispirandosi ai grandi maestri delle affiche di inizio secolo come René Gruau, con i suoi tratti decisi e sintetici. L’iniziativa da tre anni coinvolge il pubblico in una performance fotografica con questa apprezzata artista del territorio, e – dopo una accurata selezione dei ritratti – arriva all’elaborazione dei manifesti della Stagione in perfetto stile poster art. Il progetto è curato dalla Fondazione Pergolesi Spontini, la strategia di comunicazione è di Premiata Fonderia Creativa, i ritratti fotografici a cura di Francesca Tilio, collabora l’Associazione JesiCentro, sponsor tecnico Digitall stampa digitale. I volti selezionati per essere nuovi testimonial della Stagione Lirica sono quelli di Silvia Segnan (per il manifesto dell’opera “Maria de Buenos Aires”), Giovanni Battista Goffredo (per “Il castello del principe Barbablù”) e di Emanuela Cicconi e Stefano Squartini (per il manifesto del dittico “Il segreto di Susanna/La scuola guida”). Si aggiungeranno ai ritratti di due jesini già selezionati lo scorso anno per due opere della Lirica 2020 slittate al 2021 a causa della pandemia: Gianfrancesco Mattioni per il manifesto dell’opera “Notte per me luminosa” e Maria Gentilucci per quello di “The Telephone/La Serva Padrona”. Tutti i partecipanti dell’edizione 2021 di “Io sono l’opera” saranno comunque protagonisti nella campagna promozionale della Stagione Lirica, via social media e in altre iniziative: grazie all’associazione JesiCentro e a Digital, le vetrine degli esercizi commerciali della città che hanno aderito all’iniziativa ne esporranno un ritratto stampato su cartone formato 42×42 cm. Ecco dunque mostrarsi alla città anche i ritratti di Ana Sturza, Christiane Hunger, Serena Liguori, Eleonora Cola, Martina Manoni, Anna Maria Meloni, Dalila Ramazzotti, Cinzia Gismondi, Nadina Rosati, Sara Giampieri, Valentina Piccioni, Giulia Eleonora Molinaro, Grazia Trimarchi, Matteo Canestrari, Beatrice Guerri, Stefania Carotti, Chiara Ciciliani, Maria Marchegiani, Monica Sgardi, Georgia Spaccapietra, Maria Felicita Triccoli e Marco Torcoletti, Simone Tiberi e Alice Bocchini.

Silvia Segnan davanti al suo manifesto dell’opera “Maria de Buenos Aires”

Il cartellone della Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, dedicato quest’anno al M° Carlo Perucci nel centenario della nascita, è iniziato lo scorso maggio con la ripresa dell’opera contemporanea “Notte per me luminosa” di Marco Betta. Si prosegue il 27 e 28 agosto con “Maria de Buenos Aires”, tango operita del 1968 di Astor Piazzolla, diretta da Aldo Sisillo sul podio dell’Ensemble Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, con la regia e le scene di Stefania Panighini, nuova produzione di Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e Ente Luglio Musicale Trapanese. Il 7 ottobre il tenore Fabio Armiliato, sarà protagonista insieme all’Orchestra Sinfonica Rossini di un “Concerto lirico sinfonico” in collaborazione con “Sipario-arte a teatro”, festival itinerante promosso da AD Eventi e Orchestra Sinfonica Rossini con il contributo di BPER Banca.
Il 23 e 24 ottobre – con anteprima riservata ai giovani il 21 ottobre – il programma prosegue con l’intermezzo più celebre del compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi, “La serva padrona” (1733), in dittico con “The telephone” scritto nel 1947 da Gian Carlo Menotti, direttore è Flavio Emilio Scogna sul podio della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, la regia e le scene sono di Jacopo Fo; nuovo l’allestimento e nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con Ente Concerti “Marialisa de Carolis” Sassari.

Il 30 e 31 ottobre ancora un titolo mai rappresentato prima al Teatro Pergolesi di Jesi, l’opera in un atto di Béla Bartók, “Il castello del principe Barbablù”, del 1918, con la direzione di Marco Alibrando e la regia di Deda Cristina Colonna, suona l’Ensemble del Teatro Coccia Novara. Nuova la produzione, in coproduzione con Fondazione Teatro Coccia di Novara. Il 20 e 21 novembre, con anteprima riservata ai giovani il 18 novembre, va in scena “Il segreto di Susanna”, intermezzo in un atto di Ermanno Wolf-Ferrari, rappresentato per la prima volta nel 1909, in dittico con “La scuola guida”, idillio musicale di Nino Rota su libretto di Mario Soldati, del 1959. Gabriele Bonolis dirige il Time Machine Ensemble, la regia è di Alessio Pizzech, le scene e i costumi vincitori della I edizione del “Concorso Josef Svoboda” per scenografi e costumisti aperto agli studenti delle Accademie di Belle Arti di Macerata e Bologna. Gran finale sotto il segno della danza,il 18 dicembre, con “Soirée Russe. Omaggio a Diaghilev e Nijinsky” della Compagnia Daniele Cipriani Entertainment.

Giovanni Battista Goffredo davanti al manifesto del “Castello del Principe Barbablu”

Ti potrebbero interessare