Jesi-Fabriano

Incarico a Draghi, il sindaco Bacci: «Ennesima sconfitta della politica»

Il Primo Cittadino di Jesi manifesta perplessità in merito alle possibilità dell'ex presidente della Bce di ottenere la fiducia in Parlamento

Mario Draghi (Photo: Raul Mee EU2017EE)

JESI – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il professore Mario Draghi al quale ha conferito l’incarico per la formazione del governo. Draghi si è riservato di accettare”. È la nota formalizzata ieri dalla presidenza della Repubblica italiana. L’ex presidente della Banca Centrale Europea incontrerà i partiti per illustrare le sue proposte e capire se vi sono i margini per ottenere la fiducia in Parlamento.

Ad oggi, è difficile dire come andrà. La forza più numerosa nelle due Camere è il Movimento 5 Stelle, che ha già detto di non voler appoggiare Draghi, continuando a puntare su Giuseppe Conte. Si mormora addirittura di un ministero per l’ex premier, ipotesi che servirebbe per convincere i pentastellati a votare il nuovo governo. La partita è tutta in salita e molto dipenderà da quanto faranno i partiti di centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia. Di certo, l’economista non si presenterà in Parlamento qualora non avesse la certezza di ottenere la fiducia. In tal caso, non resterebbero che le elezioni, da organizzare in piena emergenza covid.

«L’incarico a Draghi credo sia l’ennesima sconfitta della politica – le parole, durissime, del sindaco Massimo Bacci -. Ancora una volta, la nostra classe politica non è stata in grado di proporre una soluzione alla crisi innescata da Renzi. Il governo tecnico non è certo una vittoria, tutt’altro. Draghi, a mio parere, rappresenta la persona con maggiori qualità, capace di dare garanzie e competenza. Ma sarà durissima per lui e non sono così convinto riesca a ottenere le fiducia, stando alle dichiarazioni di queste ore. È un personaggio di altissimo profilo, che presumo valuterà bene cosa intendono fare i partiti prima di assumersi questa responsabilità. Va subito fatta, tuttavia, una profonda riflessione su questa nostra politica, che di nuovo ha dato pessima prova di sé. L’Italia è un paese molto difficile da governare e sarebbe opportuno un ragionamento serio sulla legge elettorale, affinché consenta a chi vince le elezioni di governare».

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