Jesi-Fabriano

Il rogo in piazza dell’albero del Maggio

Fuoco, desideri e questua. Il Cantamaggio a Morro d'Alba tra tradizione e spiritualità per una festa curata dal Centro Tradizioni Popolari e da La Macina

MORRO D’ALBA – La tradizione del Cantamaggio si chiude domani sera a Morro d’alba con il rogo nella piazza del paese, dell’albero del “maggio”, dalle 22 alle 24. Il rito del fuoco per l’ultima notte di maggio.

La tradizione. Durante la festa del Cantamaggio, i giovani di Morro d’Alba hanno piantato l’albero in piazza. Non un albero qualsiasi, ma adornato di fuori e nastri colorati dai bambini della materna. Durante il corteo, accompagnato da musica e canti, si cerca di afferrare questi laccetti per esprimere un desiderio. «Viene tramandato uno dei più significativi ed importanti riti primaverili: recare cioè con l’Albero del “Maggio” (simbolo di fecondità e di benessere), la rinnovata fecondità della natura, che a sua volta procurerà per magia simpatica, ai singoli ed alla comunità, I’abbondanza, la salute e la fortuna – spiega Gastone Pietrucci, direttore del Centro Tradizioni Popolari sul sito della Pro Loco di Morro». Piantato nella Piazza Tarsetti, l’albero viene portato in corteo, alla luce delle fiaccole, fino alla Piazza Barcaroli, dove sarà bruciato in un grosso rogo. Un rito liberatorio e di purificatore cui partecipano partecipano gruppi di suonatori e cantori popolari. Organizzata dal Centro Tradizioni Popolari e da La Macina, in collaborazione con la Pro-Loco di Morro D’Alba, il Circolo Morrese, Danzintondo, il Circolo Acli, il Centro giovanile”La Tana”, la manifestazione è gemellata quest’anno con il Festival di Tradizioni di Maggio di Preci, Comune umbro colpito dal terremoto a cui l’amministrazione marchigiana ha voluto devolvere la questua raccolta dai gruppi del Cantamaggio.

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