Jesi-Fabriano

Il “papà” raccontato ai bambini

Eroe, giocherellone, che svolge i compiti da mamma. Sicuro, ma anche fragile. Francesca Ciampichetti, responsabile della Biblioteca dei Ragazzi di Jesi, racconta questa figura attraverso la letteratura dei più piccoli

JESI – Una vetrina all’ingresso della Biblioteca dei Ragazzi tutta dedicata al papà, al ruolo che ha in famiglia, al modo in cui si rapporta con i figli.

Francesca Ciampichetti

Francesca Ciampichetti, responsabile della Biblioteca, ci spiega come la letteratura per ragazzi tratta la figura paterna: a quando risalgono le prime pubblicazioni? «Esistono moltissimi libri sui papà, magari meno rispetto alla figura materna ma sono comunque di ottima qualità. Ci sono pubblicazioni della fine degli anni Ottanta e altre più recenti, in generale possiamo dire che è una tendenza iniziata nel Nord Europa».

Desta sempre un certo effetto vedere un babbo che legge ai bambini, oppure recentemente questa pratica si è diffusa? «Sorprende l’immaginario collettivo vedere un papà che legge ai figli come fino a qualche tempo fa ci sorprendeva vederlo portare il passeggino. E’ uno stereotipo. Tra mamma e babbo non c’è differenza nell’interpretazione di un testo: magari il babbo è più ironico, si mette in gioco ma non è detto che sia sempre così».

Come viene raccontato il papà nella letteratura per ragazzi?
«È un mondo molto vasto: in “Buona notte giraffa” abbiamo un babbo che inventa ogni sera un gioco per mettere a letto la figlia; in “Un papà che aveva dieci bambini” la figura materna non è neanche nominata, fa tutto il papà. E’ unico, trasgressivo perché fa fare quei giochi che la mamma non permetterebbe, è il compagno di giochi ed è anche molto dolce. Complicità e tenerezza, dimostrazioni d’affetto, per i più piccoli è questo il papà nei libri. Per i ragazzi c’è di più: ci sono figli alle prese con un padre che non vive più a casa, che è pur sempre tuo padre ma che ha un’altra vita, si racconta la figura mancante e i figli sono protettivi verso di lui, è un riscatto della figura dei figli che accolgono figure problematiche, che sono i loro genitori».

La letteratura affronta davvero tantissimi temi.
«Si, è straordinaria: noi, senza censura alcuna, abbiamo “Stella, babbo e papà” la storia di una bambina che ha due papà e che deve portare la mamma a scuola per la festa della mamma. Il problema nella sua complessità è affrontato da una bambina che non sa chi portare alla festa avendo due papà. A chi le chiede chi svolge i compiti “da mamma” in casa risponde che babbo e papà sono bravissimi e allora riflette sul fatto che quello che fa una mamma può farlo anche un babbo».

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