Jesi-Fabriano

Il mondo dell’arte saluta Mario Sasso: il maestro si è spento a Roma

Il maestro si è spento nel tardo pomeriggio. La notizia è rimbalzata a Staffolo suo paese d'origine. Il ricordo del sindaco

Mario Sasso

STAFFOLO – La notizia, in tutta la sua tristezza, è trapelata nel tardo pomeriggio di oggi. Un fulmine a ciel sereno. Si è spento a Roma il maestro della videoarte Mario Sasso, aveva 89 anni. Originario di Staffolo, il grande pittore, grafico e genio della videoarte, ha attraversato il secolo scorso firmando l’avanguardia pittorica. Orgogliosamente legato alla sua terra d’origine, tornava spesso a Staffolo a trovare gli amici d’infanzia.

«Ho appreso la notizia poco fa. Era un po’ che non lo vedevamo a Staffolo – commenta il sindaco Sauro Ragni – sono addolorato e interpreto il sentimento di tanti concittadini. Mario Sasso ha portato tanto lustro a Staffolo, gli siamo debitori. Il nostro sentimento di cordoglio alla sua famiglia…oggi il mondo dell’arte perde uno tra i suoi più grandi rappresentanti».

Toccante anche il ricordo del Comune di Jesi, che ha voluto salutare il maestro con una delle sue opere. «Avere quell’intuizione capace di anticipare il presente, facendo emozionare, è una delle doti da riconoscere ai grandi artisti – il saluto del Comune di Jesi – l’arte di Mario Sasso ha saputo fare proprio questo, proporci una visione innovativa del reale sollecitando una riflessione sull’attualità. L’artista è portatore di un impegno civile e sociale, Mario Sasso ce lo ha sempre dimostrato con un sorriso infinito e una grande umiltà. Per questo vogliamo salutarlo con un’immagine della sua opera custodita a palazzo Pianetti dove un crocevia di tangenziali, vie, nomi e segni ci ricordano che nei ritmi sempre più incalzanti del contemporaneo è necessario fermarsi e accorgersi di quelle “virgole e punti dorati” che incontriamo nella narrazione della nostra vita. I punti alla fine servono solo per iniziare una nuova frase. La tua Jesi ti ringrazia, Mario: ti aspettiamo per una nuova storia».


La vita e il genio.
Nel 1953-54 Sasso seguì i corsi di Armando Testa presso la Scuola di Grafica e Pubblicità. Trasferitosi a Roma, dal 1958 ha iniziato a collaborare con la Rai, avviando un percorso di ricerca e sperimentazione, che lo portò ad affiancare alla pittura la progettazione grafica e i nuovi linguaggi dell’elettronica: pittura e video arte in una commistione magica e sublime. Nel 1960 ha firmato la prima sigla televisiva per il programma “Non è mai troppo tardi” di Alberto Manzi. Ha alternato all’impegno televisivo un’intensa attività pittorica, specie nella prima metà degli anni Sessanta. Tante e di indiscusso successo le mostre personali e le partecipazioni a collettive. Nel 1968 prese parte a un progetto in Libia per l’istituzione della locale televisione nazionale e realizzò una serie di quadri ispirati al mondo arabo. Tornato a Roma, nel 1970 tornò a parlare di impegno sociale nell’arte, con una ricerca pittorica pura. Dalla pittura alla video-arte, una commistione di linguaggio tradizionali e contemporanei in costante dialogo tra loro: pittura, cinema, televisione, video, computer. Questo il percorso innovativo di Mario Sasso, un autore che ha fatto dell’esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l’ambito privilegiato della sua esperienza artistica. Tantissimi i premi. Nel 1982 ha realizzato la nuova sigla per il Tg2, nel 1984 la sigla del Tg3 e il direttore di Rai Due, Luigi Locatelli, lo incaricò di curare la nuova immagine di rete. Nel 1990 la collaborazione con RaiSat, per la quale produce Foot Print, dando un primo esito elettronico alla ricerca pittorica sulle città: il videotape riceve il premio Goldene Nica alla rassegna Ars Electronica di Linz. Sasso venne invitato a Imagina di Montecarlo, prestigiosa vetrina della produzione televisiva europea; la sigla di “Viaggio nel Sud” di Sergio Zavoli venne premiata alla Ibts di Milano. Nel 1994 realizzò le immagini di “Frammenti sull’Apocalisse”, un lavoro teatrale multimediale firmato da Daniele Abbado, Roberto Andò e musiche di Nicola Sani, presentato nel 1996 anche a RomaEuropa Festival. La collaborazione con Abbado proseguì con il Fidelio nel 2000. Nel 1995 Sasso vinse il Premio Lombardia al Festival d’Arte Elettronica di Locarno. Nella seconda metà degli anni Novanta, concentrò la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere che riassume compiutamente la ricerca nel campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del 1998 è la “Torre delle Trilogie”, totem di 60 monitor con musiche di Nicola Sani, commissionato dall’azienda I Guzzini, opera nella quale per la prima volta sperimentò uno sviluppo verticale del montaggio: gli valse il Premio Guggenheim. Dal 2000 al 2002 Sasso realizzò una serie di videotape sul Novecento confluiti nelle installazioni per la mostra antologica ospitata dalla 53° edizione della Rassegna Internazionale d’Arte G.B. Salvi di Sassoferrato. Oggi il suo genio resta un punto fermo nella storia dell’arte contemporanea.

© riproduzione riservata