Jesi-Fabriano

Il dottor Iantosca scrive al presidente Ceriscioli: «Ecco le problematiche della sanità»

Il responsabile del Servizio di Gastroscopia ed endoscopia digestiva dell'ospedale Carlo Urbani di Jesi spedisce una lettera al governatore delle Marche per indicare tutte le criticità del servizio pubblico

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
L'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Franco Iantosca, responsabile del Servizio di Gastroscopia ed endoscopia digestiva dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, scrive una lettera al presidente regionale, Luca Ceriscioli per segnalare le criticità della sanità e le difficoltà degli operatori. Una presa di posizione forte, che farà discutere.

«Gentilissimo sig. Presidente dott. Luca Ceriscioli – si legge nella missiva del dirigente medico – chi Le scrive è Franco Iantosca, medico presso l’Ospedale di Jesi e credo si ricordi di me. Le scrissi in data 11/03/2016 per farle presente alcune problematiche della sanità delle Marche, che Lei aveva promesso di risolvere, dopo aver avocato a se l’assessorato alla sanità. Ho avuto anche un incontro con Lei e la dott.ssa Nadia Storti in data 07/04/2016 ore 15,15. In quella sede ebbi modo di ricordarLe e ribadire i problemi che avevo precedentemente fatto presente anche attraverso alcuni comunicati stampa (che suscitano un certo fastidio nei politici, chissà come mai). Lei gentilmente mi ha ascoltato ma, a pensarci bene, mi sembra non abbia sentito! Perché quei problemi non solo non son stati risolti anzi sono peggiorati».

Iantosca passa quindi a elencarli: «Sono sempre gli stessi: personale sanitario deficitario, tecnologie, liste d’attesa, posti letto, pronto soccorso, l’incolumità dei medici ed infermieri, i quali si trovano in trincea e spesso subiscono la rabbia degli utenti che viene scaricata sulle loro spalle, senza che nessuno li difenda! Fondi per i diversamente abili, la legge 194/78 eccetera eccetera».

Il medico fa anche un esempio a rafforzamento dello sfogo: «Il famoso Valentino Rossi è stato operato entro 36 ore dall’incidente, e anche di notte! Di questo fatto vi siete tutti riempiti la bocca, ma se al suo posto ci fosse stato un paziente qualsiasi avrebbe avuto lo stesso trattamento? La stessa risonanza mediatica? Non si può agire per gli amici e per gli amici degli amici con trattamenti ed interventi altrimenti soggetti a lungaggini. Lo sa, vero, i politici cambiano e i nostri problemi rimangono aggravati, creati dalla vostra politica/non politica e ricadono sui pazienti e su di noi. Poi sotto le elezioni venite a raccontarci favole e roboanti programmi che si rivelano bolle di sapone! Io oramai sono alla fine del mio percorso fatto con dignità, certo non senza errori, ma tenendo sempre presente il giuramento di Ippocrate (ma è un giuramento che conoscono pochi ahimè!). A tutt’oggi mi mancano 267 giorni e andrò via con 40 anni effettivi di lavoro, a 69 anni di età e con 47 anni di contributi ma sono contento perché ho fatto un lavoro che ho amato nel bene e nel male, ma sono anche contento di andare via ( forse voi più di me!) perché questo modo di gestire la sanità non è concepibile. So anche che Lei ha dato la delega della sanità al dott. F. Volpini il 23/08/2017 e siccome sono convinto che seguirà la stessa politica non cambierà nulla».

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