Jesi-Fabriano

Giornata Mondiale del Volontariato, Bravi (Croce Rossa): «I nostri ragazzi, una grandissima risorsa» – VIDEO

Da febbraio il "Binario Volontario" della Croce Rossa, comitato di Jesi, ha sostenuto 23 famiglie della Vallesina inviate dall'Asp. Sei di queste, sono riuscite a trovare sostentamento e occupazione

Una riunione del Gruppo Giovani della Croce Rossa con il presidente Bravi

JESI – Sono il cuore, la vera forza della Croce Rossa Italiana: i 150.000 volontari che in Italia, ogni giorno, contribuiscono a migliorare la vita delle comunità e delle persone in situazione di vulnerabilità analizzando e rispondendo ai loro bisogni attraverso la cultura della prevenzione, l’educazione e l’attenzione alla persona. Il 5 dicembre è una giornata interamente dedicata a loro. È la “Giornata mondiale del volontariato”, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1985. Lo scopo di questa giornata è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo. Il Gruppo Giovani della Croce Rossa Italiana comitato di Jesi è composto da 80 giovanissimi, dai 14 ai 32 anni. Per i più giovani ovviamente, ci sono delle limitazioni al tipo di servizio (in particolare quello sanitario, per cui occorrono la maggiore età e il corso apposito), ma tutti danno il proprio contributo. Un contributo di cuore che è sempre importante.

«I volontari sono la linfa di ogni associazione e in particolare i nostri ragazzi del Gruppo Giovani sono una grandissima risorsa per noi – dice il presidente della Croce Rossa Italiana comitato di Jesi dottor Francesco Bravi – sono il nostro presente e il futuro di questa associazione. Sono loro che mandiamo nelle scuole a fare proselitismo tra gli studenti, perché parlano la stessa lingua dei giovani». Con la loro giovinezza, l’entusiasmo e la generosità, sono certamente i migliori testimonial della Croce Rossa.

 

A Jesi è proprio grazie all’attività dei volontari del Gruppo Giovani che è nato “Binario Volontario”, uno spazio ricavato dentro ai locali della Stazione ferroviaria grazie alla concessione di Rfi al Centro Servizi per il volontariato che a sua volta, ha destinato questo spazio alla Croce Rossa. Stanze dove incontrarsi, pianificare le attività e dove dedicarsi agli altri. «Mi sono avvicinata al Gruppo Giovani della Croce rossa dopo aver visto una volontaria fare la clown terapia ai bambini in ospedale – racconta Veronica Vinciguerra, 20 anni, operatrice del soccorso e dal 2018 in Cri – sono rimasta così tanto colpita, che ho pensato a come essere d’aiuto pure io. Così sono entrata nel gruppo giovani e chissà che non possa anche io portare un po’ di allegria ai bambini ospedalizzati tramite la Croce rossa».  Qui, al “Binario Volontario” vengono distribuiti i pacchi di sostegno alimentare alle famiglie indigenti, ma anche vestiario, scarpe, libri, giocattoli, materiale didattico e tutine per neonati, oltre a coperte e aiuti a chi ne ha bisogno. Requisito fondamentale, la generosità. Perché tutto ciò che non viene donato, va perduto.

Il presidente della Croce Rossa Italiana Comitato di Jesi dottor Francesco Bravi

«Secondo me per essere un volontario serve innanzitutto buona volontà – dice anche Luca Borioni, 23 anni, entrato in Croce rossa l’estate scorsa e impegnato nell’ambito sociale come operatore di pace – poi è un bell’ambiente, permette di conoscere tante persone e di fare del bene che è la spinta alla base di tutto. Sarebbe bello che anche altri ragazzi come me si avvicinassero al Gruppo giovani, perché poi una volta entrati a far parte della squadra si apre un mondo di possibilità». Stefano Silvi, un altro ragazzo del Gruppo Giovani, istruttore di cooperazione internazionale, è sbarcato lo scorso 16 novembre da una nave-quarantena di soccorso per i migranti. Una delle esperienze più forti cui i ragazzi del Gruppo giovani guardano con ammirazione.

«Da febbraio abbiamo sostenuto 23 famiglie – conclude il presidente Bravi – sia italiane che straniere, con bambini piccoli o con genitori che hanno perso il lavoro a causa del Covid. Abbiamo aiutato anche donne vittime di tratta. Sei famiglie hanno trovato sostentamento e lavoro, per cui adesso abbiamo attive 17 famiglie inviateci dall’Asp».

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