Jesi-Fabriano

Jesi, i genitori plaudono al progetto della nuova Lorenzini

Mamme e papà del consiglio di istituto accolgono con soddisfazione la scelta dell'amministrazione di sbloccare i fondi per la realizzazione del plesso scolastico in via Schweitzer, anche alla luce delle polemiche

L'atrio - agorà
L'atrio - agorà della nuova scuola Lorenzini

JESI – «Abbattere una scuola per problemi sismici è il minimo, ricostruirla nuova e sicura è un dovere verso i nostri figli». Lo scrive Nicola Termentini, presidente del Consiglio d’Istituto dell’I.C. San Francesco di Jesi, del quale fa parte anche la scuola Lorenzini. Una lettera aperta, indirizzata alla città e alle forze politiche, sottoscritta dai genitori, circa una decina, che lo affiancano nell’attività di controllo delle attività didattiche.

Una presa di posizione, questa del Consiglio d’Istituto, scaturita probabilmente dalle polemiche politiche seguite alla scelta del Comune di rinunciare al contributo Inail e di contrarre un mutuo da 4,1 milioni di euro per realizzare il nuovo plesso in via Schweitzer, che complessivamente richiederà 6 milioni di euro. Al momento, essendo stata demolita la vecchia scuola per gravi criticità strutturali, gli studenti utilizzano le aule del seminario, che al Comune costano attorno ai 70 mila euro annui (ciò è quanto chiede la Curia). Tre anni per completare l’opera che sarà pronta, salvo inghippi, nel 2021.

«Abbiamo appreso con soddisfazione – scrive Termentini insieme ai genitori rappresentanti nel Consiglio d’Istituto –  lo sblocco finanziario relativo alla costruzione della nuova scuola secondaria di primo grado Lorenzini, un plesso da cinque anni ospitato nel seminario di via Lorenzo Lotto, a seguito dei controlli sismici che hanno imposto la chiusura e l’abbattimento della storica scuola di viale Verdi. Una collocazione evidentemente temporanea e problematica, per la quale il Comune sta pagando un affitto, e all’interno della quale è stato possibile gestire l’attività didattica e garantire un’adeguata formazione ai ragazzi solo grazie alla professionalità dei professori e del personale non docente e allo spirito di adattamento di tutta la comunità scolastica, comprese le famiglie. Il nostro Istituto ed i genitori hanno tollerato pazientemente per anni questa soluzione, attendendo con fiducia la costruzione di un nuovo edificio scolastico. Per questo accogliamo con molta soddisfazione gli sviluppi, rimarcando l’urgenza di un nuovo plesso, che dal progetto sarà una vera eccellenza, con un’edilizia moderna, sostenibile e altamente antisismica. Anche la collocazione risulta condivisibile, in quanto vicina alle altre scuole dell’Istituto e quindi funzionale a una continuità nel percorso scolastico degli alunni. Ci auguriamo anche che ci siano presto sviluppi altrettanto positivi per l’adeguamento sismico della scuola Collodi».

L’opposizione, in aula consiliare, si è astenuta (Pd) e ha votato contro (Jesi in Comune) il consistente investimento. «Credo che costruire una nuova scuola in questo quartiere – scrive ancora il presidente del Consiglio d’Istituto – non debba essere visto come un atto discriminante verso altri quartieri. Una città, a mio modesto parere, deve avere come priorità l’edilizia scolastica. Abbattere una scuola per problemi sismici è il minimo, ricostruirla nuova e sicura è un dovere verso i nostri figli».