Jesi-Fabriano

Cristiano e Giosuè, il dolore di due comunità

Oggi, 5 novembre, i funerali a Jesi di Cristiano Mocchegiani, 43 anni, domani a Pianello Vallesina quelli di Giosuè Spera, entrambi vittime di incidenti stradali. Il toccante ricordo di Gianluca Fenucci, insegnante di educazione fisica del 18enne

Nelle foto: la bara di Cristiano Mocchegiani nella chiesa di San Massimiliano Kolbe a Jesi; fiori in ricordo di Giosuè Spera
Nelle foto: la bara di Cristiano Mocchegiani nella chiesa di San Massimiliano Kolbe a Jesi; fiori in ricordo di Giosuè Spera

JESI – Cristiano Mocchegiani e Giosuè Spera. Jesi e Pianello Vallesina accomunate da un dolore che non può ancora essere lenito da nessuna parola umana.

Due giovani, 43 anni l’uno, appena 18 l’altro, strappati alla vita e all’affetto dei propri cari, di quanti li conoscevano, dalle strade che percorrevano, senza avere sentore che quel giorno sarebbero andati incontro alla morte. A bordo del suo autofurgone Cristiano, sull’A14, il 30 ottobre, sul suo Husqvarna 450 Giosuè, il 3 novembre, a due passi da casa, in via Madonna del Piano.

Ma la strada si è rivelata ancora crudele, con un altro incidente, oggi, 5 novembre, che ha portato via altri tre giovani, vicino a Falconara.

Una domenica di lutto questa, che ha visto celebrare i funerali di Cristiano mentre quelli di Giosuè sono per domani, lunedì 6 novembre, alle 15.30, alla palestra comunale.

Cristiano

Tanta gente per l’addio alla “bella persona che era“, nella chiesa parrocchiale di San Massimiliano Kolbe, a Jesi. E non poteva essere altrimenti. Era molto conosciuto ma, soprattutto, era «un uomo con tanta forza, entusiasmo, altruismo, voglia di vivere».

I funerali a San Massimiliano Kolbe di Cristiano Mocchegiani
I funerali a San Massimiliano Kolbe di Cristiano Mocchegiani

La funzione religiosa è stata celebrata dal parroco, don Gianfranco Rossetti, che nell’omelia ha ricordato come «siamo qui a fare un’esperienza, ancora una volta, di un mistero che ci avvolge. Non comprendiamo, ci resta il grido, come gridò il Signore nel momento della prova. Perché la vita di Cristiano è durata poco ed è finita così tragicamente? Il Signore ci dice che è con Lui, non lontano da noi, ma questo non elimina il dolore che rimane».

Struggenti, alla fine, le parole della cugina, Francesca Catani, professoressa alla “Leopardi”, che con voce rotta da una emozione palpabile, commovente, lo ha ricordato, salutandolo.

«Maledetto il giorno dell’incidente – ha detto -, quel giorno nel quale molti cuori si sono spezzati. Non è giusto, non se lo meritava, lui padre affettuoso, marito fedele, grande amico, generoso. Dio, perché lui? Ci mancherai tanto, ci aspettano giorni duri. Ma non sei andato via per sempre».

Giosuè

Il ricordo di questo ragazzo 18enne di Pianello Vallesina è del suo insegnante di educazione fisica all’istituto agragrio “Salvati”, dove Giosuè frequentava l’ultimo anno, Gianluca Fenucci.

Il viale di Villa Salvati
Il viale di Villa Salvati

«Giosuè conosceva bene il suggestivo viale dei tigli che porta a Villa Salvati, la sede storica e magica dell’istituto Agrario di Pianello. Lì l’ho conosciuto e lì Giosuè è stato mio alunno. Come il fratello maggiore Elias, anche lui studente dell’Agrario, un ragazzo stupendo che porto nel cuore. Giosuè, che ora frequentava la VA, era un buon ragazzo, un alunno che socializzava volentieri con i compagni e collaborava con gli insegnanti. Lo ricordo così: il volto pulito, il sorriso buono, la sua fresca energia, il suo amore per lo sport, per la vita. Era appassionato di motori e di motocicli e spesso tra gli argomenti preferiti con i coetanei c’erano le imprese di Valentino Rossi e dei miti delle due ruote motorizzate. Abbraccio i genitori, persone corrette e perbene, ed abbraccio Elias e Ismaele, i suoi fratelli».

«Li ricordo bene quando, tutti e tre, alla fine delle lezioni si aspettavano e tornavano a casa insieme sorridenti, con la mamma Samanta, percorrendo quel lungo e splendido viale di tigli dell’Agrario».

Il biglietto in ricordo di Giosuè
Il biglietto in ricordo di Giosuè

Sul luogo dell’incidente, in via Madonna del Piano, ci sono ora alcuni fiori. E un biglietto d’amore fraterno di un amico: «Non credevo alle parole quando dicevano che te ne eri andato – scrive tra l’altro – . Purtroppo Dio si porta via sempre i più grandi».

 

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