Jesi-Fabriano

Frutti di bosco in Vallesina: un’azienda di Castelplanio innova l’agricoltura locale. «Un sogno che si realizza»

Primo raccolto per questa piccola realtà che porta nelle Marche una coltivazione innovativa. L'intervista a Roberta Paccusse che ha realizzato il suo sogno nei terreni di famiglia

Roberta Paccusse

JESI – Non solo Verdicchio. I castelli di Jesi si rivelano adatti anche alla coltivazione di piccoli frutti. Siamo a Castelplanio, dove una piccola azienda agricola ha puntato su una coltivazione innovativa per le Marche, raccogliendo quest’anno il primo raccolto di un impianto realizzato tre anni fa. More, ribes, lamponi, mirtilli e uva spina che vengono venduti freschi a chilometro zero oppure trasformati in confetture per gli amanti dei frutti di bosco. La proprietaria del Casale DàRò è Roberta Paccusse, insegnante di agronomia all’istituto tecnico agrario Vivarelli di Fabriano, nonché studiosa ed esperta di coltivazioni biologiche che ha realizzato il suo sogno nei terreni di famiglia.

i piccoli frutti di Roberta Paccusse

Come è nata l’idea di coltivare piccoli frutti?
«Quattro anni fa, durante un viaggio in Piemonte, ho avuto la possibilità di vedere impianti di piccoli frutti che mi hanno molto incuriosita, quindi una volta tornata nelle Marche li ho piantati nel mio terreno per capire se questa coltivazione alternativa per la nostra zona potesse rappresentare una possibilità magari anche per i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere. Ad oggi l’impianto è di settemila metri quadrati e comprende tutti i frutti di bosco, ad eccezione delle fragoline che a differenza delle prime sono piante annuali».

Oltre a piccoli frutti e confetture cosa produce l’azienda?
«Tra i prodotti ci sono anche l’olio e lo zafferano, tutto realizzato in maniera biologica. Infatti questo aspetto è sicuramente uno dei nostri punti di forza: rispettare l’ambiente e le persone per creare prodotti genuini e salutari. Le confetture sono realizzate con pochi e semplici ingredienti, ovvero, zucchero di canna e succo di limone. Anche nel packaging cerchiamo la sostenibilità, infatti le confezioni dei frutti freschi sono di carta e non di plastica».

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Vorrei sia ampliare le varietà di piccoli frutti per poter allungare il periodo di raccolta, sia cercare di proteggere le piante dalle avversità atmosferiche che purtroppo rischiano sempre più spesso di rovinare i prodotti. Un altro obiettivo è quello di introdurre la coltivazione di altri alberi da frutta come fichi e melograni. Inoltre, penso che per mantenere più alta possibile la qualità mi concentrerò sulla vendita in loco e sulla collaborazione con pasticcerie ed agriturismi locali».

Gli impianti dell’azienda di Castelplanio

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