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Filottrano, incidente mortale in via Fiumicello: il Comune condannato a risarcire la famiglia di Mirco Frontalini

Il Comune in primo grado è stato condannato a risarcire i familiari del giovane imprenditore morto nel ribaltamento della cisterna

Incidente mortale di via Fiumicello a Filottrano

FILOTTRANO – Una strada cantiere non segnalata, una cisterna che esce di strada e un giovane imprenditore che perde la vita. La tragedia, il 12 dicembre 2015 lungo via Fiumicello, strada di fondovalle che al confine con la provincia di Macerata collega Filottrano a Cingoli.

La cisterna Fiat Iveco Eurocargo condotta da Mirco Frontalini, 33 anni – titolare insieme al padre della ditta di distribuzione di carburanti “Frontalini srl” lungo la direttissima del Conero, a Camerano – era carica di gasolio, procedeva in direzione San Faustino di Cingoli perché doveva scaricare presso un privato in via Santa Maria. Viaggiando lungo via Fiumicello, una strada-cantiere formalmente chiusa (l’ordinanza permetteva soltanto il traffico di interesse locale e il carico e scarico) ma sostanzialmente aperta perché erano state rimosse le transenne, la cisterna ha proseguito non avendo trovato sbarramenti. Improvvisamente, ha iniziato a sbandare al centro della carreggiata finché uno pneumatico non è finito sul ciglio vivo dell’asfalto, rialzato di circa 20 centimetri rispetto alla banchina sterrata, a causa dello spessore del nuovo manto di bitume steso in attesa di rifare le cunette. Inutile ogni tentativo di riportare la cisterna in carreggiata, quel dislivello ha fatto uscire di strada il mezzo che si è ribaltato su un fianco finendo in un campo.

Nel fuori strada, Frontalini avrebbe sfondato il parabrezza finendo sbalzato fuori dall’abitacolo e poi schiacciato dalla cabina del camion. È morto sul colpo.

La Procura di Ancona, sulla scorta dei rilievi eseguiti dalla Polizia locale e dai Carabinieri, aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Secondo i familiari della vittima, la responsabilità di quel sinistro mortale sarebbe stata del Comune, poiché la strada-cantiere doveva essere ancora chiusa al traffico ed era priva di un’adeguata segnaletica che avvertiva dei divieti e dei pericoli. E quel ciglio vivo dell’asfalto, rialzato di circa 20 centimetri rispetto alla banchina sterrata, era un pericolo. Questo hanno sostenuto i genitori della vittima, la sorella e la convivente, attraverso l’avvocato Mirco Rossini che nell’atto di citazione presentato al tribunale civile, hanno chiesto un risarcimento di un milione e 34mila euro. Vengono contestate all’ente locale presunte colpe legate agli obblighi di custodia della strada dove è avvenuto l’incidente. All’amministrazione civica si addebita la mancata adozione di misure idonee a impedire il transito e segnalare il pericolo.

Il giudice del tribunale civile di Ancona, nella sentenza di primo grado, ha ritenuto il Comune responsabile in concorso nel sinistro mortale, non avendo opportunamente segnalato la pericolosità di via Fiumicello né adottato misure idonee ad impedire il transito veicolare. Pertanto l’Ente è stato condannato a pagare una cifra complessiva di 400mila euro agli eredi della vittima.
 

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