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Jesi, fiere di San Settimio rinviate: «Non è possibile garantire il rispetto delle linee guida anti-Covid»

Rimandate a settembre 2021. La scelta era già nell'aria. Ora con una delibera la giunta motiva come è arrivata alla sofferta decisione, «così da evitare sicuri assembramenti che potrebbero mettere a rischio la salute pubblica di un’intera comunità»

Fiera di San Settimio
Fiera di San Settimio, settembre 2017

JESI – Rinviate a settembre 2021 le fiere di San Settimio. La giunta comunale di Jesi, nell’odierna seduta, ha deciso di soprassedere all’edizione di quest’anno nel rispetto del principio di precauzione. Spiegando le ragioni della sua decisione, ha anche fatto presente di aver proposto una location alternativa al centro storico, la zona Zipa, ricevendo però pareri contrari da parte delle organizzazioni di categoria. Ecco come ha motivato la scelta – già nell’aria – di annullare per il 2020 le fiere di San Settimio.

A causa dell’imponente afflusso di persone prevedibili, l’esecutivo cittadino ha preso atto che «non è possibile garantire il rispetto delle linee guida e dei protocolli operativi in materia di prevenzione del contagio ed in particolare il distanziamento sociale, con il rischio concreto di favorire focolai di infezione da Covid-19 a danno dell’intera comunità di Jesi e della Vallesina».

La decisione, assunta a malincuore per la consapevolezza del valore affettivo, sociale ed economico che le fiere patronali rappresentano per Jesi e per il territorio, prende le mosse da un’analisi di contesto che vede la manifestazione localizzata nel centro storico dove la conformazione dei luoghi è caratterizzata da un susseguirsi di piazze, piazzette e slarghi collegati a vicoli e strette vie che costringono le persone forzatamente ad accalcarsi per poter passare.
Tra l’altro, nell’organizzazione delle fiere degli scorsi anni, sono stati attuati piani di sicurezza dal monitoraggio dei quali è stato riscontrato che di fatto tre zone su quattro delle fiere hanno dimostrato costanti fenomeni di assembramento negli orari di maggiore affluenza dell’utenza, ovvero dalle 17 alle ore 24.

Secondo l’amministrazione Bacci, anche nel caso di una riorganizzazione degli spazi, non sarebbe comunque garantita la distanza interpersonale. A ciò va aggiunto che l’eventuale apposizione di paletti mobili con catenella che garantiscono un adeguato spazio per i clienti, se è vero che rappresenta una soluzione valida per la ripartenza dei mercati, mostra tutti i suoi limiti per le fiere in quanto comporta una ulteriore restrizione dell’area destinata al passaggio delle persone, favorendo così ulteriore assembramento.

Nella disanima delle problematiche tecniche previste nella delibera, la giunta sottolinea un’altra problematica: emerge anche l’impossibilità di controllare l’accesso con le mascherine per l’altissimo numero di addetti alla sicurezza che sarebbe necessario coinvolgere, pari ad un numero dieci volte superiore rispetto alle passate edizioni.

Nel documento l’amministrazione comunale ricorda di aver proposto alle organizzazioni di categoria di delocalizzare quest’anno le fiere alla Zipa, riscontrando però la loro contrarietà.
Pertanto la giunta, «considerato che la curva dei contagi in Italia, pur ridotta rispetto ai mesi precedenti, dimostra che persiste una diffusione del virus che provoca focolai anche di dimensioni rilevanti e che sussistono pertanto rischi effettivi che hanno condotto a livello di legislazione nazionale a prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 15 ottobre», ha deciso di soprassedere all’organizzazione delle fiere di San Settimio per il prossimo settembre, «così da evitare sicuri assembramenti che potrebbero mettere a rischio la salute pubblica di un’intera comunità».

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