FABRIANO – Permettere agli organizzatori del Palio di San Giovanni Battista di Fabriano di poter svolgere le proprie iniziative a giugno anche in piazza del Comune e, soprattutto, garantire alle attività del ‘salotto buono’ della città di poter pianificare il cartellone di Natale, sono le motivazioni alla base della decisione della Giunta comunale di Fabriano, guidata dal sindaco Daniela Ghergo, di rinviare i previsti lavori di riqualificazione di piazza del Comune al 2026. La scelta ratificata durante la Giunta del 22 maggio scorso, durante la quale si è, dunque, ratificato di posticipare i lavori di riqualificazione, il cui inizio era inizialmente previsto per il mese di giugno 2025, al 2026. Un primo slittamento al mese di luglio era stato deciso per consentire al Palio di San Giovanni Battista 2025 di svolgersi nei luoghi storici abituali, evitando modifiche che avrebbero inciso sull’organizzazione dell’evento, che tradizionalmente anima il giugno fabrianese.
La decisione
«Allo stato attuale, considerato che il decreto di finanziamento definitivo, propedeutico all’avvio della gara di appalto, non è stato emanato e che dalla sua emanazione decorrono indicativamente 90 – 120 giorni per l’avvio dei lavori, presumibilmente i lavori potrebbero avere inizio in autunno», si spiega in una nota. Ma anche l’autunno avrebbe comportato ripercussioni. «Poiché la situazione delle attività economiche e commerciali attraversa un momento di difficoltà che implica una maggiore attenzione alla programmazione e ai risvolti che ogni decisione può assumere, per consentire agli operatori di programmare un calendario di eventi natalizi che abbia la splendida piazza del Comune come fulcro e centro di attrazione, la Giunta ha deliberato che i lavori di riqualificazione non avranno inizio prima del 2026, intendendo in questo modo dare alle attività economiche una forma di sostegno che possa garantire che la loro attività nel periodo commercialmente più significato dell’anno, possa giovarsi della cornice di una delle piazze più belle d’Italia», si conclude la nota.