Jesi-Fabriano

Elisa Sofia Fioretti, dalle Marche agli USA dietro la cinepresa. Nel cuore Leopardi e la piccola Fiore

L'intervista alla giovane regista e produttrice marchigiana che nasce a Jesi ma presto diventa cittadina del mondo. Ai suoi coetanei dice: «Il sogno non basta, è la partenza. Servono tenacia e capacità»

Elisa Sofia Fioretti con il segretario di edizione Avi Edelman al lavoro sul set di "Through your eyes"

JESI – È cominciato tutto con i musical. Undici anni fa, dopo l’incontro con Enzo Garinei e Massimo Ranieri al Teatro Sistina di Roma. Da lì gli studi, la scuola di teatro nella capitale e poi l’America, New York. Tanti sacrifici, tanto impegno ma anche soddisfazioni. Scrittura creativa, sceneggiatura, fotografia e cinema. E poi lavori e collaborazioni con Bob Giraldi, padre di video musicali come “Beat it” di Michael Jackson e “Hello” di Lionel Richie.
«Giraldi mi ha insegnato come tenere un set portandomi direttamente sul posto. Mi ha insegnato la puntualità e il rispetto degli altri. Mi ha detto di ricordarmi sempre il nome di tutte le persone con cui si lavora, da quella che ha il ruolo più importante a quella con un ruolo minore».

E ancora con la produttrice Lesley Chilcott, premio Oscar per il documentario di Al Gore “An Inconveniet truth”.

Una grande passione per le storie, le relazioni umane, per la cinepresa e un sogno nel cassetto: quello di diventare “produttrice e regista”.

Elisa Sofia Fioretti all’aeroporto di Roma

Elisa Sofia Fioretti ha 27 anni, è marchigiana. Nasce a Jesi ma presto diventa cittadina del mondo. Dopo le medie al “Savoia”, ora Borsellino, frequenta il Liceo altrove: all’estero, in Ohio, come ragazza alla pari e in seguito a Roma dove si diploma. Poi di nuovo in volo, via dal Bel Paese verso l’America, verso il suo sogno. «Sono andata via dall’Italia perchè c’erano poche occasioni per intraprendere una carriera in questo settore».

All’estero lavora sodo e con le borse di studio riesce a mantenersi. Nel 2016 vince un bando di $60,000 per la realizzazione di una mini serie pubblicitaria per la ditta GreatCall. Si impegna, conosce, osserva e sperimenta. Oggi è al suo secondo master sul cinema per diventare produttrice. Frequenta la USC (School of Cinematic Arts) a Los Angeles. A New York invece ha gettato le basi: prima a The New School dove si laurea, poi la School of Visual Arts dove si specializza con il primo master in regia, dove studia sceneggiatura con Alexander Dinelaris Jr., premio Oscar per la sceneggiatura di “Birdman” e scrittore di vari musical di Broadway.

E poi con i primi lavori da regista e produttrice arrivano anche alcuni riconoscimenti in vari film festival. Tra gli short film (corti) premiati “Consensual” (2015/2016, sua la regia) sulla violenza sessuale ed “Helen” (2018) che tratta dell’impatto della tecnologia sulle relazioni umane. In questo caso è produttrice.

Da gennaio 2020 la aspetta una collaborazione con la Kamala Films, una società di produzione.

Alcune immagini mentre è al lavoro sul set di “Through your eyes”

L’intervista
Elisa Sofia, quali sono le sue aspirazioni future?
«Sono un’appassionata del piccolo schermo. Mi piacerebbe stare dietro la cinepresa per raccontare. Concentrami su di una storia e svilupparla nel tempo, non solo nelle tre ore necessarie per un film destinato al cinema. Questo mi darebbe la possibilità di esplorare».

Che genere preferisce trattare?

«Amo tutti i generi ma preferisco l’attualità, la cronaca, i fatti reali. Anche su tematiche italiane. C’è infatti interesse nel mondo americano per il nostro paese. E l’America non conosce bene l’Italia, quella contemporanea. O meglio conosce quella degli italo/americani: ma è una realtà diversa. È come se si fosse fermato il tempo. Ma l’Italia è cambiata. Questo è il messaggio che vorrei far passare con i miei lavori».

E del cinema cosa ne pensa?

«Oggi Hollywood punta sulle “esplosioni”. Molti o troppi effetti speciali. Mi piacerebbe invece un ritorno alle persone, all’umano. Vorrei cose belle, diverse. Le problematiche di tutti i giorni. Come quelle emerse dal neorealismo di De Sica e Rossellini dove è l’essere il vero protagonista, non l’apparenza. Oppure penso al cinema di Martin Scorsese. Adoro “Toro Scatenato”, uno dei film più belli dove l’uso della telecamera era all’avanguardia».

Cosa porta dell’Italia e dalle Marche quando è fuori, in viaggio, lontano
«Quando ho occasione di lavorare con italiani, su temi italiani mi sento a casa. È come trovare una famiglia all’estero. Gli italiani sono molto talentuosi e l’Italia ci rimane nel cuore: andiamo via ma rimaniamo comunque legati. Infatti, qualcosa del mio paese cerco sempre di inserirlo nei lavori che faccio. Di recente, ho realizzato uno short dedicato a Fellini dove esploro il concetto del sogno di Giacomo Leopardi nella realtà felliniana. Sì, perchè questa idea è universale. Anche a Los Angeles il sogno diventa un “broken dream”: le speranze ci sono ma non bastano da sole. E in questo tutto il “mondo è paese”».

E su Jesi?

«Per la mia città sogno un lungometraggio sulle dinamiche familiari, sulle relazioni. Mi piace il centro storico. Da ragazzina andavo a scuola sul Corso Matteotti. Ricordo le passeggiate, la pizza. Facevo parte anche del Palio di San Floriano».

La parola “sogno”, “dream” è ricorrente nella storia di Elisa Sofia. Sognando e immaginando è iniziato tutto…Anche ora che prepara la valigia e sa dove andare e cosa vuole. «Ho sempre questa frase di leopardiana memoria in mente “L’immaginazione è la prima fonte della felicità umana”. Sono pazza per Leopardi, di lui leggo tutto».

Ai coetanei che cercano e lottano per un proprio “posto” nel mondo cosa direbbe?
«Oggi le opportunità te le devi creare da solo. Non aspettare che gli altri te le diano. C’è una vita solamente. Se si ha passione, nulla è impossibile, occorre essere combattivi. Non bisogna fermarsi alla prima difficoltà. Nella vita ci sono sempre dei problemi da fronteggiare ma c’è sempre un modo per superarli. A Los Angeles tutti arrivano con un sogno ma non basta. Serve capacità, tecnica, tenacia. Mai fermarsi. Sono molto testarda. Il sogno non basta: è la partenza».

Elisa Sofia Fioretti con la cagnolina Fiore


Si parte, si torna. Oggi è così la sua vita. In volo, verso il futuro, dietro un obiettivo senza però dimenticare da dove si viene: l’Italia, le Marche, Jesi e gli affetti. Appunto. E poi c’è Fiore, la sua cagnolina con cui viaggia.
Una grande passione anche questa. Le relazioni sempre e prima di tutto.