Jesi-Fabriano

Electrolux: confermati gli investimenti per sito di Cerreto D’Esi per il 2024 pari a 3 milioni di euro

Il 21 marzo è previsto un incontro con la Direzione di Electrolux sulla procedura di licenzianti aperta che per lo stabilimento cerretese riguarda 5 impiegati e quadri

La sede della Electrolux a Cerreto D'Esi

FABRIANO – Oggi si è tenuto presso il Mimit a Roma un incontro tra il Gruppo Electrolux sulla situazione e le prospettive del Gruppo in Italia e i sindacati di categoria. La multinazionale svedese ha confermato gli investimenti negli stabilimenti italiani tesi a recuperare i volumi. «Il mercato degli elettrodomestici in Europa, dopo un piccolo boom del 2021 che lo aveva portato a 98 milioni di unità, è entrato in una fase di pesante contrazione raggiungendo 80 milioni di unità nel 2023, livello che dovrebbe confermarsi anche nel 2024. Electrolux, di conseguenza, ha perso volumi e redditività, con un Ebit passato dallo 8,1% del 2021 al 2,4% del 2023, e quindi ha intrapreso una strategia di rilancio. Secondo la multinazionale le principali azioni intraprese consistono innanzitutto in una grande attenzione rivolta alla qualità del prodotto, ma anche in una progressiva riduzione delle emissioni di CO2 nel ciclo produttivo, cosa che la multinazionale pensa possa valorizzare il brand, nonché in una forte riduzione dei costi, nel cui ambito si inscrive il piano globale di 3.000 esuberi», riferiscono i sindacati in una nota unitaria.

Gli investimenti

A Cerreto D’Esi gli investimenti sono pari a 3 milioni di euro sia per il 2023 sia per il 2024; i volumi sono calati da 130 mila del 2021 a 97 mila del 2023, con una previsione al rialzo però a 114 mila nel 2024. «La multinazionale ha sottolineato, nei confronti del Governo, la necessità di alcuni interventi sui fattori di competizione quali ad esempio il costo della energia; verso i lavoratori invece si chiede forte flessibilità nella definizione dei calendari per fronteggiare la volubilità del mercato». Come sindacato al Governo, «abbiamo chiesto di continuare a seguire la vicenda di Electrolux, affinché le future scelte societarie e industriali siano oggetto di attenzione non solo sindacale, ma anche istituzionale. Piuttosto che incentivi al consumo a pioggia, servono difatti incentivi mirati per le imprese che investono e producono in Italia, riportando in Italia quanto è stato delocalizzato. Ad Electrolux chiediamo invece di riportare volumi in Italia, nonché un utilizzo più saggio della cassa integrazione ordinaria, evitando utilizzi della CIGO ad ore anziché a giornata. Più in generale chiediamo confronti trasparenti in azienda sugli sviluppi dei piani industriali e sulle riorganizzazioni in atto. Il 21 marzo è previsto un incontro con la Direzione di Electrolux sulla procedura di licenzianti aperta. Naturalmente il nostro obiettivo sarà trovare un accordo che scongiuri il rischio di licenziamenti unilaterali», si conclude la nota unitaria di Fim-Fiom-Uilm.

Gli esuberi

Come preannunciato durante l’incontro con i sindacati del 5 febbraio scorso, la direzione di Electrolux Italia ha inviato al ministero del Lavoro, alle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Marche, all’Ispettorato del Lavoro, alle organizzazioni nazionali e locali dei lavoratori e alle associazioni di Confindustria nazionale e locali la comunicazione dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo di 168 impiegati e quadri. I licenziamenti riguardano le sedi di Susegana (34 unità), Porcia (73), Pordenone (13), Forlì (38), Cerreto D’Esi (5) e Solaro Milano (5). Questo, è stato spiegato, alla luce del fatto che «il gruppo Electrolux sta affrontando significative perdite di volumi in un quadro di flessione del mercato europeo, sceso al di sotto di 80 milioni di unità complessive, ossia con una diminuzione di circa il 12% rispetto al periodo pre-pandemico». Dunque, si dovrebbe procedere con il licenziamento unilaterale per i 5 colletti bianchi del sito produttivo di Cerreto D’Esi, dove secondo la multinazionale svedese, sono stati individuati anche 13 esuberi tra gli operai. Ma, al momento, le tute blu sono escluse da questo procedimento unilaterale.

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