Jesi-Fabriano

Un anno fra luci e ombre, le prospettive delle imprese marchigiane nel 2022

Le previsioni di Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona, sull’andamento economico dei prossimi mesi

JESI – Quale sarà l’andamento economico dei prossimi mesi? Quanto inciderà il Covid? Sono quesiti a cui l’imprenditoria locale sta cercando di rispondere così da poter pianificare le strategie per il 2022. Le incognite non mancano, ma vi sono anche diverse opportunità da cogliere.

«Affrontiamo questo nuovo anno tra luci e ombre – osserva l’imprenditore jesino Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona -. A livello nazionale i dati del nostro Centro Studi parlano di un sentiero scivoloso di risalita del PIL italiano: per l’industria pesa il caro-energia, per i servizi i nuovi contagi. Gli occupati dipendenti sono tornati ai livelli pre-crisi, i consumi sono alimentati dall’extra-risparmio accumulato, l’export è ripartito, ma c’è più incertezza sugli investimenti».

A detta del patron di Clabo, pertanto, «abbiamo davanti un periodo complesso, sia sotto l’aspetto economico che occupazionale: occorre farlo collaborando insieme alle istituzioni per far sì che la crescita che avremo generi nuovi posti di lavoro e ricchezza per il territorio».

Pierluigi Bocchini (foto dal profilo Fb personale e ufficiale)

Con un’arma in più da non vanificare. «Abbiamo uno strumento fortissimo che sono le risorse messe a disposizione dal PNRR – sottolinea Bocchini -, mai come in questo momento dobbiamo essere coesi e concentrati sugli obiettivi e sulle sfide impegnative che ci aspettano: la digitalizzazione in primis, un processo inevitabile, dove nessuno deve rimanere indietro. Le infrastrutture, hard e soft, che rappresentano una pre-condizione per lo sviluppo di ogni territorio, un tema su cui siamo estremamente attenti, consapevoli che i progetti vanno attualizzati, e resi coerenti con i cambiamenti in corso e con quelli che verranno in futuro. Le risorse umane, patrimonio imprescindibile per le aziende: servono nuovi strumenti di politiche attive, di formazione, di analisi dei fabbisogni delle imprese e di mappatura delle competenze degli occupabili».

Si potrà fare tutto ciò, secondo il presidente di Confindustria Ancona, «solo se riusciremo ad instaurare relazioni forti con tutti gli stakeholders e le altre parti sociali. Ai sindacati dico sediamoci, discutiamo, apriamoci al confronto dentro le nostre aziende ma poi, fuori, facciamo fronte comune».

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