Jesi-Fabriano

Crac banche, via libera alle norme per i rimborsi ai risparmiatori azzerati

Il Consiglio dei Ministri ha inserito nel Dl Crescita le procedure che determinano i requisiti per l’accesso al Fondo indennizzo risparmiatori da 1,5 miliardi in tre anni. Tetto portato a 200 mila euro. Le associazioni dei consumatori chiedono ora al Governo di dare impulso all’iter legislativo

Via libera, ieri sera (martedì 23 aprile) in Consiglio dei Ministri, al decreto crescita e con esso alle norme che permetterà il rimborso dei risparmiatori danneggiati dalle crisi delle quattro banche (Banca Marche, Etruria, CariFe e CariChieti) e di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Stabilite, dunque, le procedure che determinano i requisiti per l’accesso al Fondo indennizzo risparmiatori da 1,5 miliardi in tre anni, con la novità dell’estensione del tetto del patrimonio mobiliare previsto per i rimborsi automatici fino ad un tetto massimo di 200 mila euro (precedentemente era di 100 mila euro).
La modifica sarà comunque condizionata dal via libera della Commissione europea.

Rimane lo schema del “doppio binario” per i rimborsi ai risparmiatori danneggiati, concordato con Bruxelles e avallato da 17 associazioni dei risparmiatori.

Il primo è quello riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali (anche agricoli) che dichiarano per il 2018 un reddito Irpef fino a 35 mila euro, oppure non arriva a 100 mila euro di patrimonio mobiliare (depositi e titoli) in un calcolo che esclude le azioni e le obbligazioni azzerate dai crack bancari. Quest’ultimo parametro, recita però il testo definitivo del decreto crescita, sarà «elevabile a 200 mila euro, subordinatamente all’approvazione della Commissione Europea».

Per le persone fisiche che superano le soglie di reddito e patrimonio, e per le micro-imprese, si prevede l’arbitrato semplificato: un esame davanti alla commissione di nove esperti indipendenti creata ad hoc al Ministero dell’Economia e Finanze. La commissione dovrà verificare la sussistenza delle “violazioni massive” da parte delle banche e il loro “nesso causale” con il danno subito dal risparmiatore. Il decreto attuativo, però, indicherà una serie di casi specifici “tipizzati” in cui il danno e il diritto al rimborso saranno dati per certi.

In una nota congiunta, le associazioni dei consumatori Unione Nazionale Consumatori, Vittime del Salvabanche, Associazione Dipendiamo Banca Marche, Associazione Azionisti Banca Marche, Risparmiatori Azzerati Carife, Movimento Risparmiatori Traditi scrivono: «Questa notte 300.000 risparmiatori sono stati con il fiato sospeso in attesa delle decisioni del Consiglio dei Ministri sul Fondo che dovrà ristorarli dei danni subiti a causa dei crack bancari. Alla fine il Consiglio dei Ministri ha deciso di dare impulso all’iter legislativo ampliando il numero dei risparmiatori che accederanno automaticamente al Fondo, così accogliendo la proposta delle associazioni dei risparmiatori coinvolte».

«Lo scorso 8 aprile – ricordano i rappresentanti dei risparmiatori – le associazioni hanno partecipato all’incontro convocato dal premier Conte a Palazzo Chigi per discutere del Fondo indennizzo risparmiatori ed in quella sede hanno dimostrato senso di responsabilità, accettando la proposta del Governo, seppur chiedendo miglioramenti che consentissero al più ampio numero di risparmiatori di accedere automaticamente al Fondo. Dopo quella riunione è iniziata ad una fase di stallo, nell’ottica di alcuni membri del Governo di cercare il consenso unanime delle associazioni presenti a quell’incontro. Apprendiamo che il Consiglio dei Ministri questa notte ha deciso di dare impulso all’iter legislativo ampliando il numero dei risparmiatori che accederanno automaticamente al Fondo, così accogliendo la nostra linea. Chiediamo ora al Governo di dare impulso all’iter legislativo, facendo sì che tutti i risparmiatori di tutte le banche coinvolte beneficino del Fondo, rendendoci disponibili a collaborare e supportare l’azione del governo dell’interesse dei risparmiatori che rappresentiamo».

La nota conclude con un appello «ad un generale senso di responsabilità. Da parte del Governo, che ora deve arrivare rapidamente al provvedimento finale nell’interesse degli oltre 300.000 risparmiatori azzerati, dando loro risposte concrete. Da parte delle associazioni e dei loro rappresentanti, mettendo da parte le divisioni che poco interessano i diritti dei risparmiatori. 300.000 risparmiatori non possono più aspettare ulteriori ritardi».