Jesi-Fabriano

Beko Europe chiude due stabilimenti in Polonia: possibili 30 esuberi a Fabriano

Ad evidenziarlo è il componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile per il distretto produttivo di Fabriano, Pierpaolo Pullini. Il 12 settembre sciopero generale di gruppo

Lo stabilimento di Melano (immagine di repertorio)

FABRIANO – Sono circa 30 i dipendenti in forza a Beko Europe a Fabriano a rischio esubero a seguito della decisione della nuova società turco-americana di voler procedere con la chiusura di due stabilimenti polacchi, con relativo trasferimento delle produzioni in Turchia e in Romania. Ad evidenziarlo è il componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile per il distretto produttivo di Fabriano, Pierpaolo Pullini.

Pierpaolo Pullini
Pierpaolo Pullini

«Le ricadute di questa operazione sono pesanti anche sul territorio di Fabriano: infatti sono 14 le funzioni impattate al 100%, alte professionalità tutte dedicate allo sviluppo dei modelli dello stabilimento di Lodz; una forte riduzione del carico di lavoro per almeno un’altra ventina di progettisti, che lavorano cross functional sia sulle piattaforme Dryer che sul Lavaggio», evidenzia Pullini.

Lo scenario

La Fiom di Ancona, ancora una volta, «esprime la propria preoccupazione per le conseguenze che possono derivare da una riorganizzazione in una fase così inedita complessa e torna a chiedere con forza l’intervento della Regione e del Governo a difesa delle funzioni e delle fabbriche italiane. Già dalle prime operazioni messe in campo dalla multinazionale, si capirà quelle che sono le reali intenzioni: ad esempio le persone di Fabriano impattate potrebbero essere dirottate in breve tempo sullo sviluppo dei prodotti dello stabilimento di Ulmi (Romania), ma non possiamo dimenticare le ridondanze annunciate qualche tempo fa dai massimi vertici della Turchia, che rischiano di riguardare sia le sedi impiegatizie che le fabbriche, come già successo in Polonia». Duecento milioni di euro di sinergie internazionali «non possono essere solamente soppressioni e chiusure di stabilimenti, il Governo intervenga e chieda chiarimenti, andando ben oltre l’annuncio di un impegno a non delocalizzare», prosegue Pullini. «È fondamentale valorizzare le nostre competenze e professionalità per riempire le linee produttive con nuovi prodotti che dovrebbero essere sviluppati, cosa che purtroppo non sta avvenendo neanche a livello di integrazione delle piattaforme», conclude Pullini ricordando le due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo in programma per giovedì 12 settembre «per un piano industriale che tuteli e preservi il lavoro, per preservare e valorizzare le nostre professionalità e per difendere le fabbriche italiane».

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