Jesi-Fabriano

Duilio Rosini e Cesare Tittarelli, il decennale della scomparsa al Centro Studi Fabbri di Jesi

Duilio Rosini l’arrotino e Cesare Tittarelli conosciuto per la lunga attività come delegato di fabbrica a difesa dei lavoratori della Sima: un pezzo di storia e di società di questa città. Sabato 24 l'appuntamento per ricordarli

Centro studi fabbri jesi
La sede di via Pastrengo del Centro Studi Libertari "Fabbri" di Jesi
JESI – Una serata dedicata al ricordo degli jesini Duilio Rosini e Cesare Tittarelli, è organizzata dal Centro Studi Libertari “Luigi  Fabbri” di Jesi, nella sede di via Pastrengo, per sabato 24 marzo.
Duilio Rosini e Cesare Tittarelli
Duilio Rosini e Cesare Tittarelli

Nel decennale della  scomparsa di Duilio Rosini e Cesare Tittarelli, i compagni degli jesini organizzano una serata in ricordo: l’appuntamento alle 18.30 con la lettura di alcuni brani tratti dal romanzo “E Riavulille”, in uscita nei prossimi giorni, e dal libro storico “La Simeide”, in uscita a fine anno, di Tullio Bugari.

Duilio e Cesare rappresentano un pezzo di storia e di società di questa città: «Duilio Rosini era l’arrotino per antonomasia – ricordano al Centro Studi – Figlio di quella Jesi artigiana e libertaria, aveva appreso il mestiere “a bottega” da un altro anarchico, Vittorio Civerchia, perseguitato antifascista, reduce dal confino di Ventotene. L’eloquio libero, la cultura autodidatta immensa e la padronanza del proprio lavoro, facevano di Duilio un testimone d’eccellenza di questa città piccola e laboriosa, pur rimanendo fedele e intransigente nelle sue idee, sapeva suscitare approvazione e simpatie anche nei suoi più avversi interlocutori».
L’altro jesino è Cesare Tittarelli, conosciuto in città per la lunga attività come delegato di fabbrica, che lo ha visto impegnato nella difesa degli operai della Sima. «Sono state proprio le lotte contro la chiusura della fabbrica, per impedire licenziamenti selvaggi e ricadute pesanti sull’occupazione e sui salari che hanno fatto conoscere ai più la grande determinazione e volontà politica, ed anche il profondo senso di umanità e solidarietà, di cui Cesare è stato sempre portatore. L’impegno sindacale era pari a quello come militante anarchico. Ventenne ha partecipato ai congressi della Federazione Anarchica Italiana sin dai primi anni Sessanta. Alle porte del sessantotto andò al Campeggio Internazionale della Gioventù Libertaria di Lione, assieme a Duilio Rosini, ove conobbero personalmente il leader del maggio francese Cohn Bendit».
Dopo la strage di Piazza Fontana, e la morte dell’anarchico Pinelli, Duilio Rosini e Cesare Tittarelli a bordo di una cinquecento munita di altoparlanti, girarono la città per gridare la verità sulla bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Tittarelli è stato fra i fondatori del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi a partire dagli anni ’80 e del Comitato disoccupati della ex-Sima che si è sciolto solo nel momento in cui l’ultimo disoccupato, lui stesso, è riuscito a trovare un’occupazione. «Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Cesare e Duilio; sembrano dieci secoli. Ci mancano profondamente, e mancano a questa città; ma non mancheremo noi ai loro insegnamenti sempre fortemente attuali».

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