Jesi-Fabriano

Dopo le medie, cosa fare? Ecco come aiutare tuo figlio a scegliere la scuola “giusta”

Occorre comprendere che il cervello di un adolescente non è un contenitore da riempire, ma un fuoco da accendere. Il punto con la mental coach Roberta Cesaroni

Foto: Pixabay di qimono

Aiutare un figlio nella scelta della scuola superiore è un compito delicato ed impegnativo. Ogni genitore desidera il meglio per i propri figli e spera di aiutarli nel realizzare i propri sogni. Quando si conclude il percorso delle scuole medie spesso si è indecisi su quale scuola superiore scegliere. Dando un’occhiata al nostro passato ci diciamo: e se lo avessi saputo prima? Cosa sarebbe stato utile sapere per fare una buona scelta?

In questa fase ci sono tre verbi che fanno riflettere: desiderare, scegliere e decidere.

Desiderare: deriva dal latino de-sidus (de significa “senza” – sidus “stella) senza le stelle, il desiderio è la speranza di sentirsi completi.

Scegliere: dal latino ex-ligere – selezionare-preferire tra.

Decidere: dal latino de-caedére – tagliare-cedere.

Dai 14 ai 30 anni c’è massima capacità ideativa, massima potenza ideologica, dobbiamo allenare l’uomo, poi le competenze. Non spezziamo le ali ai nostri ragazzi, non sottovalutiamo i desideri ed i sogni. Dove non c’è desiderio e sogno c’è apatia. Dobbiamo nutrire la speranza nel futuro, la speranza porta ad agire.

Roberta Cesaroni, life e mental coach

Non c’è dubbio che l’adolescenza sia una fase complicata per tutti i cambiamenti che implica, sia per i giovani sia per le loro famiglie. Tuttavia, siamo sinceri, dietro un adolescente insopportabile, di solito ci sono dei genitori piuttosto confusi. In molti casi alcuni degli aspetti che non tolleriamo dei nostri figli adolescenti sono gli stessi che i nostri figli adolescenti non sopportano di noi. Nella scelta della scuola non dobbiamo camminare al posto dei nostri figli, né condurli per mano. L’obbligo deve cedere a poco a poco il passo al consiglio, al dialogo e allo scambio di punti di vista, deve essere un processo graduale, occorre il tempo.

Sebbene si possa cambiare scuola in qualsiasi momento, scegliere la scuola superiore vuol dire decidere cosa studiare per i prossimi cinque anni della propria vita. Ma anche l’ambiente che si andrà a frequentare e tutta una serie di elementi che andranno a far parte dei ricordi della propria adolescenza.

Un errore comune è quello di cercare di imporre ai propri figli la scuola in cui noi genitori abbiamo studiato o quella che riteniamo li preparerà meglio per il futuro. Tutto questo non è sbagliato, ma a scuola dovrà andare il ragazzo o la ragazza ed è bene ascoltarli.

La scelta errata della scuola spesso porta a essere bocciati o ad allontanarsi dallo studio.

Dobbiamo comprendere che il cervello di un adolescente non è un contenitore da riempire, ma un fuoco da accendere, facilitando la riflessione, suggerendo domande e cercando risposte, aiutandoli ad essere protagonisti del proprio cambiamento.

Come funziona il cervello di un adolescente?

È importante parlare loro dell’iper-razionalità, ovvero l’equilibrio tra il rischio percepito e le conseguenze. Secondo i neuroscienziati, il cervello degli adolescenti ha, per via della mancata esperienza e lo sviluppo incompleto della corteccia prefrontale, problemi a calcolare i rischi di una determinata condotta. Il livello pulsionale è forte nell’adolescenza, rispetto a quello razionale, la corteccia prefrontale finisce di maturare intorno ai 20-22 anni.

Quando un adolescente comprende come il suo sviluppo cerebrale altera la sua capacità di prendere decisioni, è più probabile che prenda decisioni prudenti. Insegnare ai figli come funziona il loro cervello, li può aiutare a essere più intelligenti, incitandoli a valutare dalla loro personale coscienza e volontà i pericoli presenti nella fase che stanno attraversando.

Per un adolescente, essere sè stesso (o avere la sensazione di esserlo) è fondamentale. In questo senso, i giovani vogliono essere amati e accettati, aspirano a essere visti e riconosciuti. Partendo da questo presupposto, Freud ci ha insegnato che ogni individuo forma le mappe cognitive ed emotive nei primi 6 anni di vita. Per le neuroscienze  la costruzione delle mappe cognitive ed emotive si abbassa a tre anni.

Qual è la vocazione di tuo figlio?

Per comprendere la “vocazione dei nostri ragazzi” dobbiamo partire dai primi 6 anni di vita (Freud), un percorso di continua ricerca, e ancora di scoperta, della propria unicità espressa nella vita concreta.

Per aiutare i ragazzi nella scelta dobbiamo partire dalla conoscenza del sé (ambito nel quale si esprimono sogni, desideri), cura del sé (felicità attraverso le potenzialità), consapevolezza del sé (autorealizzazione)

Fondamentale nella scelta è combinare le potenzialità personali con le intelligenze individuali come delineate dalla teoria di H. Gardner, scoprendo le motivazioni che muovono l’agire e le attitudini/capacità individuali, facendo emergere gli scopi e la propria concezione della felicità, possiamo scoprire e orientare al sistema simbolico, nella costruzione del proprio cammino di vita, cioè la propria vocazione in un’ottica di autorealizzazione e di felicità.

Nello scegliere, la motivazione deve essere intrinseca, deve spingere a svolgere una determinata attività senza ricercare il supporto di una ricompensa esterna o di un incentivo. Nella scelta della scuola la motivazione non deve essere estrinseca, il fare non deve essere mosso da una spinta che proviene dall’esterno.

Orientamento vocazionale
Se vuoi orientare tuo figlio al sistema simbolico per una scelta corretta devi far combinare felicità e unicità, motivazione intrinseca, intelligenza e potenzialità personali.

E se si vuole approfondire l’argomento a Macerata, sabato primo ottobre, un evento che si rivolge direttamente alle ragazze e ai ragazzi: si chiama Social Festival – Fluo Party. L’appuntamento rivolto alle scuole e agli studenti si tiene la mattina (dalle 9.30) in piazza della Libertà, dal titolo “Binocolo sul futuro”, con l’intervento di Roberta Cesaroni, psicologa e coach adolescenziale.

Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager

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