Jesi-Fabriano

Dopo 188 anni torna, al Teatro Pergolesi di Jesi, l’opera “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini

A Jesi l’opera venne rappresentata dopo la prima alla Fenice, nell’ambito della Fiera programmata dal 23 agosto 1834

Il cast dell'opera "I Capuleti e i Montecchi"

JESI – Dopo 188 anni di assenza, torna a Jesi l’opera “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, un grande capolavoro ed insieme una novità per il Teatro Pergolesi che nella sua storia lo ha accolto solo una volta, nell’agosto del 1834. La tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani va in scena venerdì 4 novembre alle 20,30 e domenica 6 novembre alle 16 (con anteprima giovani oggi pomeriggio alle ore 16 riservata ai partecipanti del progetto educativo “Musicadentro” 2022).

Un grande ritorno, per una 55esima Stagione lirica di tradizione contrassegnata da grandi titoli. Oggi nel foyer del massimo jesino, due chiacchiere con gli artisti. Sorridente e bellissima, Francesca Pia Vitale nel ruolo principale di Giulietta, infonde al suo personaggio la solarità e la grazia: «Sono felice di poter debuttare in questo teatro – dice la cantante – e interpretare Giulietta, che è una ragazzina, un’adolescente, un personaggio consapevole di ciò che vuole ottenere, ma sempre con l’incoscienza adolescenziale. Giulietta è convinta di poter vivere il suo amore per Romeo solo nella morte, non è pienamente consapevole del pericolo che corre, ma porterà a termine il suo progetto fino in fondo».

Il ruolo del bel Romeo è affidato al mezzosoprano Paola Gardina: «Romeo mi assomiglia, è pieno di energia e contraddizioni, si butta a capofitto in tutto, nella gioia, nella battaglia, nell’amore, nei sogni. Va sempre a 100 all’ora – racconta la cantante, entusiasta del suo ruolo – ogni emozione inizia a 100 e finisce a 100, una corsa continua alla ricerca di qualcosa che non sa. Romeo è innamorato di questa fanciulla, va contro tutti e tutto senza paura e con spavalderia, farà di tutto fino ad arrivare alla morte con consapevolezza, convinto di arrivare a lei comunque. Un ruolo davvero impegnativo, né dal punto di vista musicale né psicologico. Un ruolo molto difficile. L’ho cantata a Ravenna nel 2005 per la prima volta, era un mese che era morto mio padre e ho portato questo grandissimo dolore sulla scena, dando spessore emotivo al personaggio. Farò altrettanto qui al Pergolesi». La voce oltre l’ostacolo è il motto che accompagna questa rappresentazione così attesa.

Francesca Pia Vitale e Paola Gardina

Terzo ruolo chiave è quello di Tebaldo, interpretato da Davide Toscano: «Sono grato di questa vittoria del concorso canoro “Toti Dal Monte”, una vittoria tanto desiderata, che mi ha permesso di ottenere importanti ruoli. Di solito il ruolo di Tebaldo viene assegnato a chi ha voci meno liriche. Rispetto a Romeo, Tebaldo è più maturo, attento a ogni mossa. Il regista mi ha chiesto di avere una visione più eterea di questo amore, mentre io da calabrese sono più carnale, sanguigno. Ho imparato. Ci sono momenti come lo scambio di sguardi con Romeo, in cui arte, passione…quel fuoco che rende l’esecuzione meno didattica, fanno di questa opera una rappresentazione artistica di valore».

Un’analisi dell’opera di Bellini con il direttore d’orchestra. «Non parlo mai della bellezza delle voci, non mi interessa – dichiara il direttore d’orchestra Tiziano Severini – la cosa importante è l’utilizzo della voce, non la bellezza fine a sé stessa. La forza vera è nel come si dicono le cose». Il maestro analizza le modulazioni della melodia a seconda dell’intensità del sentimento, della sua purezza, del momento. Cambia il colore, dal rassicurante, al dubitativo oscillando nel dialogo tra Giulietta e Romeo. Dal testo risulta la purezza di questo grande amore». Il finale sarà quello scritto da Bellini.   

Davide Toscano con Francesca Pia Vitale e Paola Gardina

“I Capuleti e i Montecchi” va in scena in una nuova produzione e nuovo allestimento, frutto della collaborazione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso e Teatro Comunale “G. Verdi” di Padova. La direzione è affidata a Tiziano Severini, la regia è di Stefano Trespidi, scene e costumi di Filippo Tonon, light designer è Bruno Ciulli. Suona la FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, il coro è Iris Ensemble, maestro del coro è Marina Malavasi. Nella compagnia di canto, il soprano Francesca Pia Vitale nel ruolo di Giulietta, e il tenore Davide Tuscano in quello di Tebaldo sono i due vincitori del XLX Concorso Internazionale per cantanti “Toti Dal Monte”, ad interpretare Romeo è il mezzosoprano Paola Gardina, il basso-baritono William Corrò canta Lorenzo, il basso Abramo Rosalen è Capellio.

Come nasce l’opera di Bellini “I Capuleti e i Montecchi”

L’opera è uno dei vertici dell’arte di Vincenzo Bellini. Fu rappresentata in prima assoluta al Teatro La Fenice di Venezia, l’11 marzo 1830, riscuotendo un autentico trionfo; venne scritta a partire dalla storia di Romeo e Giulietta, ma tratta non dalla tragedia scespiriana bensì dalla tradizione letteraria italiana. La sua storia è strettamente legata alla figura del marchigiano Alessandro Lanari, originario di San Marcello, figura di primissimo piano della scena italiana della prima metà dell’‘800, e impresario di numerosi teatri grandi e piccoli della penisola. Un personaggio così importante e autorevole da essere soprannominato “Il Napoleone degli impresari”. Fu appunto l’Impresa Lanari a incaricare Bellini di scrivere l’opera, in circostanze eccezionali. Negli ultimi giorni del 1829, infatti, Bellini si trovava a Venezia per curare l’allestimento di un’opera in scena alla Fenice.

Trovandosi, però, il teatro veneziano in emergenza per via di un’imprevista inadempienza da parte di un altro compositore, la presidenza del teatro, l’impresario Lanari e l’intera città si diedero a pregare Bellini perché scrivesse lui un’opera al posto del collega. Fu così che in un mese e mezzo Bellini compose “I Capuleti e i Montecchi” sul libretto di Felice Romani, che si prestava già perfettamente alla compagnia di canto scritturata dalla Fenice per quella stagione. 

A Jesi l’opera venne rappresentata dopo la prima alla Fenice, nell’ambito della Fiera programmata dal 23 agosto 1834. Nelle cronache dell’epoca, si legge che la interpretarono Serafino Torelli, Angelica Celestina Giacosa, Clorinda Corradi Pantanelli, Filippo Tati, Federico Badiali, direttore Luigi Romagnoli, Filippo Fioravanti, direttore del coro Luigi Polidori, direttore di scena Serafino Torelli. Era prevista a Jesi una seconda messa in scena nel 1836 ma la stagione fu sospesa, a causa del rischio del colera che in quegli anni dall’Europa era arrivata fino allo Stato Pontificio, e che quindi minacciava anche i territori di Jesi. Ora, un felice ritorno, attesissimo, con un cast di cantanti di primo piano: giovani talenti, voci straordinarie per un grandissimo entusiasmo.
Info: biglietti da € 15 (loggione) a € 70 (Platea e palchi centrali). 
Info: www.fondazionepergolesispontini.com

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