Jesi-Fabriano

Jesi, don Giuseppe Quagliani, positivo al Covid. Ricoverato in Terapia intensiva

Stabili le condizioni del vicario generale della Diocesi ora al nosocomio cittadino. Aveva manifestato i sintomi del virus con una polmonite e febbre

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
L'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Resta ancora ricoverato in terapia intensiva al reparto Covid1 dell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi, monsignor Giuseppe Quagliani, 82 anni, vicario generale della Diocesi di Jesi, ma le sue condizioni sono in netto miglioramento. La settimana scorsa, sottoposto a tampone – così come il vescovo don Gerardo Rocconi (72 anni) e il parroco di Pianello Vallesina don Alberto Balducci (55) – era risultato positivo al Covid-19.

Monsignor Giuseppe Quagliani aveva manifestato i sintomi del virus con una polmonite e febbre. Ricoverato in ospedale, le sue condizioni sono costantemente monitorate e al momento non destano preoccupazione anche grazie alla fibra robusta e al temperamento grintoso. Domani (lunedì 22 febbraio) sarà sottoposto di nuovo al tampone.

Tamponi anche per il vescovo e per don Alberto, che attualmente sono in quarantena ma con condizioni di salute stabili. In particolare il vescovo non ha mai smesso l’attività pastorale, continuando da casa. Don Giuseppe Quagliani, parroco dal 1965, a novembre aveva lasciato l’incarico di parroco alla parrocchia di Sant’Antonio Abate dopo 13 anni. Lunga anche la militanza alla parrocchia di San Giuseppe, dove ha guidato la comunità dal 1974 fino al 2007. Dalla Diocesi rassicurano comunque che le sue condizioni non sono preoccupanti. La positività dei parroci e le quarantene precauzionali avevano imposto un turn-over delle messe e una riorganizzazione delle celebrazioni.

don Giuseppe Quagliani

L’aggiornamento

«Il vicario generale, mons. Giuseppe Quagliani, dal 18 febbraio è ricoverato con polmonite nel reparto Covid dell’ospedale di Jesi e le sue condizioni sono buone. Dopo la febbre che ha avuto dall’11 al 16 febbraio, rimane ancora positivo rispetto all’ultimo tampone di ieri». A dirlo il vescovo di Jesi, monsignor Gerardo Rocconi.

Nella nota inviata ai sacerdoti, ai diaconi e ai religiosi si spiega la situazione della diocesi: per la mattina di giovedì 25 febbraio era previsto un incontro di spiritualità del clero diocesano, all’inizio della Quaresima, che è stato annullato appena è arrivata la comunicazione del sindaco di Jesi che ha inserito la città in “zona arancione”.

«Abbiamo visto che distanza e mascherina svolgono un compito fondamentale. Per questo vi invito a tenere e a far tenere sempre un comportamento corretto. Noi stessi per primi, anche nel nostro parlare familiare, teniamo sempre la distanza dovuta e la mascherina fin sopra il naso. Esigiamolo da tutti, specialmente in chiesa. Usiamo correttezza nella celebrazione della Santa Messa: i Vasi Sacri siano sempre coperti. Igienizziamoci le mani prima della Messa, prima della Comunione, prima di preparare ostie e vasi per la celebrazione, sempre se per ipotesi ci tocchiamo la mascherina. Igienizziamo le superfici. Esigiamo tutto questo dai collaboratori. Non prolunghiamo gli incontri senza necessità e specialmente la visita agli ammalati in casa sia breve».

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