Jesi-Fabriano

Autoritratto, il quartiere San Giuseppe si racconta

Storie di ieri e di oggi nel documentario sul quartiere di San Giuseppe a Jesi a firma della giovane regista Perla Sardella. Peccato che la serata sia stata poco pubblicizzata

Palazzo Pianetti

JESI – Pubblico in piedi ieri sera per la proiezione del documentario “Autoritratto” a cura di Perla Sardella, andato in scena a Jesi, in Pinacoteca, Palazzo Pianetti. Peccato aver poco pubblicizzato la serata, che si è rivelata molto interessante: solo un post sulla pagina Facebook “Jesi cultura e turismo”, tra l’altro poco visibile, nulla sul sito Jesieventi.it, niente nemmeno via wapp nè sul portale dell’ente.

Nell’ambito del progetto Chromaesis, nato per esportare i musei cittadini nei quartieri periferici, ieri sera si è esibita l’attrice Lucia Palozzi per l’Atgtp con un monologo tutto al femminile dal titolo “Radio Penelope”. A seguire due documentari sul quartiere San Giuseppe: il lavoro dei registi Perla Sardella con “Autoritratto” e di Alessandro Tesei con “Perceptions”, è iniziato lo scorso mese di marzo in occasione della XIII settimana d’azione contro il razzismo.

“Autoritratto” racconta con la voce dei residenti del quartiere, ma senza mostrare i loro volti, la vita a San Giuseppe: «Ho fatto tantissime interviste – racconta Perla Sardella – e filmato quelle realtà che si prendono cura del quartiere stesso».

Hai trascorso l’infanzia a San Giuseppe, come hai trovato questa zona della città?
«Ci sono stati molti cambiamenti, il più evidente è che la popolazione è decisamente cambiata. Questo lo considero un bene, nel senso che si è rivitalizzato, c’è vita di strada, insomma è tornato ad essere quello dei racconti dei miei nonni. Per un periodo non l’ho vista più così viva questa zona, ora invece l’ho trovata gioiosa».

Scopo del tuo lavoro è stato raccontare il quartiere e le sue realtà più nascoste?
«Sì, ho filmato attività commerciali come l’emporio e la macelleria e il lavoro di tante persone che per il quartiere danno anima e corpo. Queste realtà meritano di avere uno spazio, io nel mio piccolo ho provato a darglielo: non volevo cadere nella retorica, ho cercato di cogliere la realtà che vedo muoversi a San Giuseppe». Un cortometraggio che racconta perfettamente gli umori dei residenti, italiani e stranieri.

A colpire sono anche le parole: «l’indifferenza, è questa che fa male» nel racconto una donna intervistata al Bar Gentile, e l’opinione di un residente straniero «voi dite “voialtri” che è una parola bruttissima perché significa voi che siete altri, cioè diversi da noi». Al momento non sono previste repliche delle proiezioni.

Vita e persone di tutti i giorni, compresa quella del consigliere straniero aggiunto Kazi Fokhrul Islam che, avvertito sul social network, ha partecipato alla serata. Accanto a lui l’assessore alla cultura Luca Butini: «Le potenzialità del progetto Chormaesis stanno venendo fuori, io stesso all’inizio non le avevo colte». Quindi la curatrice dell’iniziativa Simona Cardinali: «Abbiamo scelto San Giuseppe perché è il quartiere più scollato dal centro storico». Alla serata ha collaborato anche la sartoria Recò.

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