Jesi-Fabriano

Jesi, disobbedienza civile all’ombra dei tigli: i Garanti del verde chiedono chiarezza al Comune

I Garanti del verde, che hanno tentato di bloccare l'abbattimento dei tigli, ora scrivono una lettera aperta al Comune e alla cittadinanza

I tigli da abbattere

JESI – Quattro dei 12 tigli che punteggiano viale Trieste a Jesi sono stati abbattuti, nella notte, nonostante il tentativo dei Garanti del verde di bloccare l’operazione formando un cordone umano. Nessuna trattativa con l’assessore all’ambiente Alessandro Tesei, nessuna persuasione neanche di fronte alle forze dell’ordine che hanno dovuto procedere all’identificazione e alla denuncia dei dissidenti, che dovranno rispondere di “interruzione di pubblico servizio”.

I tigli segati

Gli esemplari arborei – ribadiscono dal Comune – sono quelli che erano stati giudicati pericolosi dalla tomografia effettuata dalla ditta Dendrotec di Monza, illustrata al Comitato dei Garanti del verde il 4 luglio scorso, e le cui conclusioni sono state confermate dall’abbattimento del primo esemplare il cui tronco era totalmente cavo sin dalla sua base. Nel malaugurato caso di caduta anche di un solo ramo, oltre alla situazione oggettiva di pericolo, si sarebbe configurata una responsabilità diretta del personale dell’Area Servizi Tecnici del Comune. Tuttavia i Garanti del verde dicono: i tigli non si abbattono, legittima la loro forma di “disobbedienza civile” per salvare quegli esseri viventi. E se dall’amministrazione l’invito è al ragionamento poiché «la sicurezza pubblica va tutelata sempre, specialmente se, come in questo caso, vi è un documentato ufficiale che in maniera scientifica ed oggettiva ne certifica il pericolo» e anzi, ribadisce la piena disponibilità «ad avviare un percorso condiviso affinché il Viale della stazione possa rappresentare il punto di partenza per una nuova concezione della cura del verde cittadino», tuttavia i Garanti restano fermi sulla loro posizione.

Uno dei tigli di viale Trieste cavo sin dalla base

«Vorremmo che si portasse alla luce il nesso tra gli abbattimenti con i progetti di Comune e Ferrovie per il piazzale della Stazione e zona limitrofa – scrivono i Garanti – vorremmo che la nuova Amministrazione dimostrasse reale trasparenza e discontinuità, che favorisse la partecipazione dei cittadini rendendoli corresponsabili del cambiamento di cui la città ha bisogno». E per ribadire la necessità di un confronto più franco, il Comitato ha scritto una lettera aperta all’Ufficio del verde e tutela ambientale, estendendo lo scritto alla cittadinanza. «La questione interessa infatti tutta la città – si legge – almeno quella che si preoccupa di cosa accade fuori di casa propria.  Ad alberi abbattuti, abbiamo visto cittadini mostrare un livello imbarazzante di consapevolezza e dignità nell’avvicinarsi allo scempio con carrelli e mezzi di fortuna, pretendendo (e gratis) il legno ancora vivo dei tigli. Quella parte di umanità neanche capirebbe. Ci rivolgiamo all’Ufficio del Verde con cognizione, dopo aver saggiato la propensione della politica a trincerarsi dietro le vostre determine e ordinanze, oltre che appigliarsi alla “scientificità” di certe analisi tecniche, ma solo quelle che richiedono una minore cura e spesa. Dunque – chiedono – quanto incide a bilancio la manutenzione? Quanto impicciano ai sottoservizi? Ora che il “pericolo di crollo” è scongiurato e che nessuno pagherà gli eventuali danni, ci chiediamo: ma se l’alberata di viale Trieste è nelle stesse identiche condizioni di tutte le altre alberate e parchi di Jesi, perché la mano che ha provveduto alla manutenzione negli anni è la stessa, chi paga per le potature scriteriate?».

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