Jesi-Fabriano

Discarica, in arrivo altri rifiuti speciali. I dubbi del comitato

Sulla controversa vicenda del sito di raccolta e smaltimento rifiuti “La Cornacchia” di Moie, interviene il comitato Difesa diritti civici patrimonio beni comuni presieduto da Claudio Conti

La discarica Cornacchia di Moie di Maiolati

MOIE – Sulla discarica di Moie interviene anche il comitato Difesa diritti civici patrimonio beni comuni, presieduto da Claudio Conti, che vuole vederci chiaro su alcuni aspetti.

Il primo, la costruzione di una vasca per accogliere altri rifiuti speciali. Realizzazione che – spiega il comitato – sarebbe stata smentita dall’amministrazione di Maiolati nonostante la specifica richiesta del consigliere di minoranza Leonardo Guerro. «Apprendiamo invece – si legge su una nota del Comitato – che è intenzione del vicesindaco Carbini realizzare questa mini vasca, come del resto noi avevamo già messo in guardia la popolazione, per proseguire l’interramento di rifiuti speciali almeno fino al 2022. Precisiamo che l’importante non è tanto la durata dell’attività della discarica, ma la quantità di rifiuti che vi si vogliono interrare; più rifiuti sversati, tra l’altro in poco tempo, comporta un impatto sull’ambiente e di conseguenza sulla salute più incisivo. Ci domandiamo comunque qual è la verità? La discarica chiude nel 2019 o nel 2022? Esiste un piano per uscire definitivamente dalla logica dell’interramento?».

Il Comitato, una realtà locale che si sta interessando da tempo alla vicenda de La Cornacchia, chiede all’amministrazione maiolatese di mettere in chiaro le proprie intenzioni: «Se intende veramente riconvertire l’attività della Sogenus per garantire, tra l’altro, il posto di lavoro dei dipendenti in modo duraturo o tenti il tutto per tutto per proseguire il più possibile questa irresponsabile politica di interramento dei rifiuti, per poi mandare tutti a casa quando il “vaso” sarà colmo». E sulle criticità ambientali: il comune di Maiolati ha ribadito che non c’è stato alcun inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno ma il Comitato rivendica quanto emerso durante l’istruttoria per l’ampliamento e cioè che i sistemi di raccolta non riescono a captare al 100% il gas prodotto dalla discarica che quindi in parte si disperde nell’aria, per non parlare della centrali a biogas che esistono sul nostro territorio e che comunque hanno un impatto ambientale. Il Comitato conclude: «I sindaci dovrebbero fare verifiche sullo stato delle acque nelle falde del sottosuolo» – e sulla salute dei cittadini ritiene che siano stati fatte considerazioni «assolutamente parziali» e pertanto chiede che venga fatta un’indagine epidemiologica completa e la Valutazione d’Impatto Sanitario della discarica prima di proseguire l’attività.

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