Jesi-Fabriano

Jesi, diatriba in corso sul chiosco dei giardini pubblici

Futuro a rischio per il manufatto, ma ci si confronta per cercare di riaprire al più presto l'attività. Il concessionario del suolo pubblico, diverso dal gestore, non ha pagato i relativi canoni

Chalet lo Sbarello
Chalet lo Sbarello dei giardini pubblici

JESI – Futuro a rischio per lo storico chiosco dei giardini pubblici. Da quindici anni, evidenziano da piazza Indipendenza, il relativo canone di concessione non è mai stato versato. Il debito complessivamente accumulato dai titolari del contratto ammontebbe a circa 32 mila euro. Di recente, gli stessi avrebbero provveduto a versare 11 mila euro per le ultime cinque annualità confermando, nel contempo, la volontà di esercitare direttamente, in forma individuale o mediante soggetto giuridico societario, l’attività commerciale di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Ma l’amministrazione è titubante. Il baretto infatti è stato dagli stessi “sub-affittato”, nonostante il contratto lo vietasse. L’ultimo gestore, tuttavia, Matteo Montesi, che ora ha aperto un analogo chiosco al circolo cittadino pur di onorare gli impegni presi con i dipendenti, ha regolarmente pagato la tassa di occupazione del suolo pubblico, oltre ad aver fatto cospicui investimenti per renderlo più bello e funzionale. E non era ovviamente al corrente della problematica. Sta infatti cercando di mediare per riattivare il servizio.

Insomma, la diatriba è fra il Municipio e il concessionario del contratto stipulato nel 2004, una famiglia del senigalliese. «Non risulta smentito quanto affermato dal comune di Jesi – scrivono i tecnici di piazza Indipendenza, in una delibera pubblicata online -, ovvero che il chiosco dei giardini di viale Cavallotti, oggetto di concessione di suolo pubblico, giusto contratto repertorio n.1207 del 7 aprile 2004, non sia stato gestito direttamente dal titolare della concessione e nemmeno dagli eredi e che lo stesso chiosco sia stato sub concesso ad altri soggetti per l’esercizio dell’attività di somministrazione alimenti e bevande».

Il Comune, per legge, è costretto a procedere per far decadere la concessione, sebbene i titolari del contratto abbiano rimarcato la volontà di occuparsi ancora del bar, nonché della pulizia dei giardini. Il confronto prosegue e non si esclude un accordo fra le parti. Di sicuro, l’amministrazione tenterà di recuperare in qualche modo la somma non ancora pagata. L’obiettivo è quello di riaprire il chiosco per l’estate, considerata l’importanza che riveste per la città.

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