Jesi-Fabriano

Decreto Sicurezza, Pd e Jesi in Comune chiedono al sindaco di contrastarlo

Le opposizioni incalzano Massimo Bacci a non applicare le norme volute dal viceministro Salvini, in attesa di chiarimenti a seguito del confronto in atto tra governo ed enti locali

Il consiglio comunale di Jes

JESI – Due ordini del giorno, da mettere al voto in consiglio comunale (giovedì 24 gennaio), sulla stessa questione: il decreto sicurezza. Pd e Jesi in Comune formalizzano due distinti atti per impegnare sostanzialmente l’amministrazione a manifestare il proprio dissenso nei confronti delle norme volute dal governo, con particolare riferimento alle disposizioni riguardanti i richiedenti asilo.

Il Partito Demcratico chiederà a sindaco e giunta «di aderire convintamente alle richieste, formulate dall’A.n.c.i., utili al proseguimento del confronto appena avviatosi con il Governo ed in particolare all’istituzione di un’interlocuzione tecnica e alla predisposizione di maggiori risorse, da parte del Governo, per i minori stranieri non accompagnati e di ogni altra iniziativa utile alla soluzione di tutte le questioni, emerse a seguito dell’adozione del cosiddetto Decreto Sicurezza», nonché «di esprimere vicinanza ai Sindaci che hanno manifestato il loro dissenso, rispetto alle conseguenze prodotte dal dettato del medesimo decreto ed in particolare ad esprimere adesione anche alle legittime iniziative intraprese dai Governatori di Regione, avendo alcune di esse già deliberato il ricorso alla Consulta» Infine, i democrat sollecitano l’amministrazione «a valutare, in attesa degli esiti dell’eventuale prosieguo del tavolo di confronto tra Governo e Comuni e degli effetti delle iniziative dei Governatori di Regione, l’adozione di misure che possano, medio tempore, consentire di soprassedere alla cancellazione dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti che già l’avevano acquisita, così da garantire loro l’accesso a tutte quelle prestazioni sociali collegate allo status di residente».

Jesi in Comune, invece, illustrando nel dettaglio il decreto, si sofferma sull’articolo 13, «che esclude per i detentori di regolare permesso di soggiorno per richiesta di asilo la possibilità di iscrizione all’anagrafe dei residenti, così impedendo agli stessi, pur in presenza di valido titolo, l’accesso a tutti i diritti collegati, in particolare al diritto alla salute». I consiglieri Animali, Santarelli e Coltorti intendono pertanto impegnare l’esecutivo ad adottare «le misure necessarie per approfondire tutti i profili giuridici anagrafici che deriveranno dall’applicazione della norma, anche tramite un tavolo di confronto con il Governo, così come richiesto dall’A.n.c.i.», nonché «tutte le misure che permettano di riconoscere ai richiedenti asilo l’iscrizione anagrafica ai fini della residenza, e che permettano di soprassedere alla cancellazione dell’iscrizione dei richiedenti che già l’avevano acquisita, così da garantire loro l’accesso a tutte quelle prestazioni sociali che la presuppongono».

Nei giorni scorsi si è approfondito in commissione il “decreto Sicurezza” grazie alla competenza di Franco Pesaresi dell’Asp, Azienda Servizi alla Persona (leggi l’articolo).

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