Jesi-Fabriano

De Magistris, il grazie alla sanità dell’ex direttore: «Io e molti come me assistiti contro gli ostacoli del Covid»

Lettera aperta: «Malattie e invalidità ignare del virus hanno continuato a perseguitare tanti. Ma abbiamo sempre ricevuto cure, con mascherine, camici e schermi di sicurezza, guanti, calzari»

Maurizio De Magistris

JESI – Una “Lettera aperta ai dirigenti della sanità della città di Jesi“. Per un ringraziamento da parte di chi, alle prese con una significativa forma di invalidità, continua a trovare cure e attenzioni all’altezza pure in una fase monopolizzata, dal punto di vista sanitario e non solo, dalla lotta alla pandemia. A scrivere la lettera e darne diffusione è Maurizio De Magistris, figura nota in città per la sua attività di imprenditore ma anche di dirigente nel pubblico – guidò proprio l’Asl fra anni ’90 e 2000– e nello sport (presidente per molti anni del Rugby Jesi ’70 e anche della Consulta di settore).

«Siamo in tempi di Covid -19, o meglio “SARS – CoV – 2” – scrive De Magistris- e viviamo anche in una città, i cittadini di Jesi intendo, che ha intestato il proprio ospedale ad un medico, quel Carlo Urbani, che ha per primo identificato il virus SARS ed ha realizzato il protocollo internazionale utilizzato dall’OMS,  per combattere questo tipo di virus e fronteggiare il suo diffondersi e purtroppo ci ha lasciato la vita. Della Sanità si parla tutti i giorni da quasi un anno su tutti i media e fiumi di inchiostro si sono scritti, a buon titolo, per elogiare il personale sanitario che molto si è prodigato e molto ha pagato per questa pandemia. Poi esistono le altre malattie/invalidità, che ignare del Covid hanno continuato a perseguitare imperterrite alcuni di noi e fra questi chi scrive, ormai da oltre un ventennio portatore di una lesione midollare e del lungo fardello di inconvenienti che questo comporta dove, e lo aggiungo per “cronaca”, quello di non poter camminare è certamente il male minore». 

Prosegue la lettera: «Orbene io ed i moltissimi come me, acciaccati a vario titolo, abbiamo continuato a ricevere cure e assistenza; con le mascherine, i camici e gli schermi di sicurezza, guanti e calzari. Vorrei che un ringraziamento forte, alto e sonoro giungesse a tutto quel personale sanitario che quotidianamente si è preso, e si prende, cura delle migliaia di casi che necessitano di interventi e atti medici spesso difficili e specialistici ai quali si sono aggiunte le misure di prevenzione anti Covid. Nel mio caso in particolare molto debbo a Donatella Rossolini e a Pamela Orazi che gestiscono l’ambulatorio per le ferite difficili, e non fanno solo questo, presso gli ambulatori di via Guerri in Jesi».

«Molti anni – conclude De Magistris- ho trascorso a dirigere strutture complesse, compreso quelle sanitarie, e molti anni ho trascorso come paziente di molte strutture sanitarie in giro per l’Italia, credo di aver titolo per riconoscere altissima professionalità e una capacità di relazione con i pazienti, e che bel tipo di pazienti, non comune alle nostre due infermiere specialiste. Quindi a loro, Donatella e Pamela un ringraziamento particolare e emblematico nel senso estendibile a tutti coloro che Covid o non Covid fanno e continuano a fare il loro dovere con professionalità, competenza ed amore per il loro lavoro. GRAZIE».

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