Jesi-Fabriano

Sassoferrato, la malattia si è portata via Silvia Moroni a soli 46 anni

La raccolta fondi lanciata per delle cure sperimentali aveva quasi raggiunto i 100mila euro. Domani i funerali

Silvia Moroni (foto tratta dalla piattaforma Gofundme)

SASSOFERRATO – Una diagnosi ritardata e l’inizio del dramma che, purtroppo, ha avuto un triste epilogo. Silvia Moroni, 46 anni di Sassoferrato, maestra e mamma di due figli, dopo aver lottato strenuamente contro un melanoma aggressivo, si è spenta nella giornata di martedì scorso, 9 aprile, a Cremona dove era ricoverata per l’aggravarsi della sua malattia.

I funerali si svolgeranno domani, 12 aprile, alle 15:30 nella cattedrale di San Venanzio a Fabriano. Il feretro sarà quindi tumulato all’interno del cimitero urbano di Sassoferrato. Per tentare di salvarle la vita, attraverso delle cure costose, era stata lanciata una raccolta di fondi su GoFundMe che, in pochissime settimane, era arrivata alle soglie dei 100mila euro, su un obiettivo finale di 500mila euro, grazie a oltre 1.700 donazioni. Fondi che sarebbero serviti per percorrere un’altra via, quella delle cure sperimentali.

La storia

«Il calvario inizia nel 2013 quando un’incorretta diagnosi dermatologica fa ritardare di ben 5 mesi l’asportazione di un melanoma maligno raro e particolarmente aggressivo», aveva raccontato nelle scorse settimane il marito di Silvia, Alessandro.

«Nonostante numerose metastasi, siamo riusciti tramite terapie su terapie ad arrivare ad oggi, ma negli ultimi mesi il melanoma è tornato più aggressivo che mai e l’intervento chirurgico alle metastasi cerebrali che avrebbe potuto essere migliorativo a novembre 2023, presso l’ospedale Torrette di Ancona, non ha dato i risultati sperati. Le metastasi purtroppo sono cresciute in maniera esponenziale: il caso è incurabile con terapie standard e note, possiamo affidarci solo a trial sperimentali. Le speranze sono basse, ma la mia famiglia non può arrendersi, affinché Silvia possa sopravvivere e vivere insieme ai suoi figli dobbiamo tentare il tutto per tutto», il suo accorato appello che aveva spinto molti a donare un contributo.

La famiglia di Sassoferrato era in contatto con lo Sheba medical Center in Israele e con il Brigham and Women’s hospital di Boston per valutare la possibilità di trial all’estero, estremamente costosi e al di fuori delle possibilità economiche dei più: la sola videochiamata in zoom per la valutazione del caso clinico presso Boston aveva un costo di 900 dollari. Purtroppo, però, la corsa contro il tempo non ha raggiunto il suo obiettivo. Profonda commozione a Sassoferrato, a Fabriano e nell’intero comprensorio per una storia che ha coinvolto tutti.

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