Jesi-Fabriano

Tutti pazzi per gli agrumi! Boom di iscritti al corso per appassionati del Garden Europa di Jesi

Dalla ditta Oscar Tintori di Pescia, l'esperto è stato ospite del vivaio Garden Europa di Jesi per un corso sulla cura e manutenzione delle piante di agrumi

JESI – Potature e innesti, rinvasi, concimazioni, principali malattie: come prevenirle e curarle. Sono alcuni degli argomenti al centro dell’interessante corso che si è svolto presso il vivaio “Garden Europa” di via Esinante, che domenica mattina (25 febbraio) ha ospitato un esperto della ditta Oscar Tintori di Pescia, importante realtà toscana punto di riferimento per la coltivazione di agrumi del centro-nord Italia. La Oscar Tintori vanta un giardino degli agrumi che accoglie oltre 200 varietà di piante, tra cui antiche cultivar delle collezioni della nobile famiglia Medici che, nel 1500 a Firenze, iniziò a raccogliere queste piante provenienti dall’Oriente come una sorta di collezionismo nobiliare che poi si espanse in tutte le corti d’Europa. A quell’epoca, limoni, aranci, cedri e bergamotti oltre ad avere una funzione prevalentemente ornamentale, venivano usati anche per scopi medicinali e alimentari. Queste antiche varietà toscane e altre rarità provenienti da tutto il mondo fanno parte della collezione di oltre 400 cultivar del Vivaio Oscar Tintori, che mette a disposizione i suoi esperti, agronomi e vivaisti anche per consulenze a domicilio e online (con la “citrus line”). Proprio l’esperto Andrea Tintori ha condotto domenica un interessante corso sulla cura degli agrumi, cui hanno partecipato oltre 60 persone.

Adriano Quercetti insieme alla moglie Francesca Alessandrini


«Siamo a Jesi dal lontano 1998 – spiega Adriano Quercetti titolare insieme alla moglie Francesca Alessandrini del vivaio Garden Europa – e abbiamo notato che l’interesse dei clienti verso gli agrumi è stato sempre crescente, dettato nel corso degli anni anche dagli inverni meno freddi e dalla voglia di curare piante “ereditate”. Grazie alla ditta Oscar Tintori di Pescia, con cui collaboriamo da anni, abbiamo potuto organizzare questo corso incentrato proprio sugli aspetti pratici e fondamentali della coltivazione e del mantenimento degli agrumi nelle nostre zone».
Sebbene gli agrumi siano piante prevalentemente della Toscana e della Sicilia, con i dovuti accorgimenti e le cure necessarie possono crescere rigogliose anche nella nostra regione. Ma servono accorgimenti e tanta attenzione. «Innanzitutto le innaffiature – continua Quercetti – quasi quotidianamente specie nei periodi più caldi; poi concimazioni periodiche nel periodo di maggior sviluppo vegetativo (da primavera fino a ottobre) utilizzando concimi con poco azoto per aumentare la fioritura; poi usare dei trattamenti (quelli consentiti, poiché i fitosanitari sono stati banditi) per proteggere le piante dagli agenti esterni più pericolosi come la minatrice fogliare, gli afidi, i ragnetti e le cocciniglie».

A Jesi le zone a sud sono quelle favorite per la coltivazione di agrumi, così come le zone collinari ma fino a una certa quota. Da Garden Europa l’agrume più gettonato è senza dubbio il limone, pianta anche molto ornamentale e adatta da regalare. Ma c’è una buona richiesta anche di mandarini, cedri, chinotti e kumquat i piccoli mandarini giapponesi. Tutte piante che, se adeguatamente trattate e curate, possono avere una certa longevità se non essere addirittura secolari.

«Ci sono molte variabili da tenere in considerazione nella cura di queste piante – ha spiegato Andrea Tintori, bersagliato da tantissime domande su innesti e potature – comunque gli agrumi sono tra le piante più generose che conosco: sono capaci di fare fiori anche su rami che hanno già germogliato e anche sul tronco. Bisogna fare attenzione al freddo e ai danni conseguenti alle gelate… ci sono capitati casi difficilissimi di agrumeti che sembravano letteralmente bruciati dalle gelate che poi in estate hanno germogliato di nuovo». Si è anche parlato di rinvasi: «Ideali sono i vasi troncoconici che agevolano le operazioni di estrazione anche delle radici – conclude Tintori – mentre non ci sono differenze dal punto di vista agronomico per i materiali, se in plastica, coccio o resina. Si tratta solo di una questione squisitamente estetica, essendo piante di pregio, solitamente il coccio ne sottolinea il valore».

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