Jesi-Fabriano

Jesi e il coronavirus, la pandemia vista dal “fronte” (di un’edicola)

C'è chi deve restare a casa (e non sempre lo fa) e altri, come Mario Avaltroni, l'edicolante di piazza della Repubblica, che non possono permetterselo perché svolgono un servizio considerato essenziale

Piazza della Repubblica e l'edicola

JESI – State a casa. Ce lo ripetono in tutte le lingue, ogni minuto, mostrandoci immagini angoscianti di terapie intensive allo stremo. Di medici e infermieri lacerati dalla fatica e dalle mascherine. Di curve che si impennano e agognati picchi che si allontanano. Nonostante questo, ci sono comunque gli irresponsabili che si considerano esenti dalla pandemia. Stando al numero delle denunce effettuate in Italia, ad oggi, sono più dei guariti da coronavirus. Potrebbero starsene comodamente sul divano, ma non lo fanno, mettendo a rischio la salute dei più fragili e mancando di rispetto a quelli che in salotto non possono proprio restarci. Perché svolgono un servizio essenziale. Mario Avaltroni, l’edicolante di piazza della Repubblica, è uno di quelli. Come gli addetti dei supermercati. Come le imprese di pulizie e gli artigiani. Come le forze dell’ordine.

«Non c’è un’anima in giro», ci rassicura subito Avaltroni. «Inizialmente, le persone non si erano rese conto del rischio, vi era una sorta di sottovalutazione dello stesso. Fino a qualche giorno fa, prima dei provvedimenti più restrittivi, si continuava più o meno la vita di sempre – racconta dal suo osservatorio privilegiato di fianco al teatro Pergolesi -. Poi si è acquisita consapevolezza. Ora non c’è quasi più nessuno che gira in centro storico senza un reale motivo. Noi siamo considerati un servizio essenziale. L’approfondimento e la lettura, in questo momento, sono indispensabili per riflettere, acquisire conoscenze e difendersi dalle tante, troppe fake news che girano in rete».

Mario Avaltroni, edicolante di piazza della Repubblica a Jesi

Avaltroni effettua la consegna a domicilio dei quotidiani per i clienti abituali, «senza entrare all’interno delle abitazioni», specifica. Si è organizzato da giorni, ormai, proprio per evitare il contatto diretto e ridurre drasticamente il rischio contagio (per sé e per gli altri). «In edicola vengono principalmente gli operai che usufruiscono dell’autobus per gli spostamenti lavorativi, in maggioranza dipendenti dell’azienda Fileni, per acquistare i biglietti di viaggio. Sono contento di offrire questo piccolo servizio. Passerà questo virus e mi auguro davvero che possa servirci da lezione per rispettare maggiormente il prossimo. Non solo, anche per verificare ogni notizia “strillata” che quotidianamente arriva sui nostri smartphone».

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