Jesi-Fabriano

Coronavirus, Flyfood dona 3mila euro allo Iom Jesi e Vallesina

La Onlus userà il tesoretto raccolto dalla start-up di ordinazione via web e consegna cibo a domicilio per dotare il personale di presidi di sicurezza

Anna e Maria Luisa Quaglieri dello Iom

JESI – Emergenza Coronavirus, Flyfood dona 3mila euro all’Iom Jesi e Vallesina. Grazie alla campagna #unsorrisoadomicilio, la start-up jesina, che si occupa di ordinazione di cibo via web e servizi di consegna, è riuscita ad accumulare un tesoretto da destinare a favore dell’associazione impegnata nell’assistenza e cura di pazienti oncologici.

Una somma importante raggiunta in un solo mese e che arriva proprio ora in un momento di emergenza. I tre giovani soci Marco Bigi, Andrea Verdolini e Roberto Falappa in questi giorni hanno fatto recapitare l’assegno alla presidente della onlus Anna Quaglieri e al direttore responsabile Maria Luisa Quaglieri. 

«Siamo fieri di aver messo in campo un’iniziativa di tutto rispetto, una campagna partita lo scorso novembre  – dicono i tre imprenditori -. Eravamo consapevoli che la struttura di Flyfood e la diffusione del servizio avrebbe garantito una donazione significativa. Abbiamo subito riscontrato un engagement molto alto e questo ci dimostra che la capacità dell’impegno solidale è quello di creare una cassa di risonanza importante».


Parole di profonda gratitudine dalla presidente Anna Quaglieri ai tre ragazzi: «La vostra iniziativa, così ricca di amore e solidarietà è stata vincente. Il vostro aiuto, così generoso, è un dono immenso. Con questo gesto, non potete immaginare a quanti pazienti speciali avete garantito cure e sollievo». 

La donazione rappresenta una boccata d’ossigeno per Iom che destinerà la somma all’acquisto di presidi di sicurezza per il personale: «Anche in piena emergenza sanitaria, la nostra onlus ha continuato ad offrire assistenza ai malati oncologici, circa un’ottantina sul territorio – fa sapere il direttore Maria Luisa Quaglieri -. A questi si aggiungono i servizi a domicilio per quei pazienti che, in questo particolare periodo, preferiscono non recarsi in ospedale per le cure. Di fronte a un maggior numero di richieste, Iom non si è mai fermato, anche se in questi mesi mancano le donazioni. Siamo senza sostegno ma non abbiamo mai manifestato segnali di sofferenza di fronte ai pazienti: stiamo continuando a prenderci cura di loro, senza abbandonarli, nella speranza che questa situazione di emergenza rientri il prima possibile».

“Flyfood” significa ordinare in diversi locali della città quel che si desidera dal loro menù e riceverlo direttamente a casa. L’idea è nata nel 2012 ai tre intraprendenti jesini: un amministratore d’azienda, uno studente di Informatica Applicata all’Università di Urbino e uno studente di Economia e Commercio all’Ateneo di Ancona. «Abbiamo diversi amici a Bologna che usano servizi simili, quindi ci siamo detti: perché non fare qualcosa del genere a Jesi?». E così si sono rimboccati le maniche, indagando il mercato jesino: «Difficilmente un locale può permettersi di fare consegne a domicilio, anche per una questione di logistica – spiega l’informatico Verdolini – Con Flyfood il locale deve solo pensare a preparare il pasto (che nel rispetto dell’ambiente viene inserito in una busta di carta, ndr) ad organizzare pony e consegne ci pensiamo noi».

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