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Jesi, il Comune rinnova il parco auto per la Polizia e la Protezione Civile

Sette veicoli saranno demoliti o venduti in quanto vecchi e con problemi meccanici. In arrivo, due Jeep e forse un paio di mezzi ibridi o elettrici

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La sede della Polizia Locale di Jesi in piazza Indipendenza

JESI – Una Panda 4×4 con 25 anni di vita, che non garantisce più affidabilità in caso di condizioni meteo avverse, e un fuoristrada di tre anni più giovane che richiede manutenzioni continue e costose. Sono due dei sette veicoli che l’amministrazione intende vendere o demolire per dare maggiori garanzie ai propri dipendenti. Sul mercato, o destinati allo sfasciacarrozze, anche quattro Punto, tutte acquistate prima del 2000, e la Thesis, attualmente l’auto di rappresentanza della giunta.

«È interesse dell’ente – spiegano dal Comune – provvedere, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, alla sostituzione graduale dei veicoli più vetusti, prevedendo l’acquisto di veicoli nuovi, o in buone condizioni, a seconda dell’utilizzo, al fine di migliorare la sicurezza di chi opera quotidianamente attraverso l’utilizzo delle auto di servizio, di dotare i vari servizi di autovetture con trazione integrale che permettano un utilizzo anche in caso di eventi meteorologici avversi (neve, allagamenti, esondazioni, ecc…), e di ridurre le emissioni inquinanti sostituendo le auto Euro 0 con altre Euro 6;- diminuire la spesa e la frequenza degli interventi di manutenzione».

In arrivo, quindi, due Jeep Renegade da destinare alla Polizia Locale e alla Protezione Civile e forse ulteriori due veicoli ibridi o elettrici. Al momento, infatti, l’ente, in caso di interventi calamitosi, può avvalersi esclusivamente di una Panda 4×4 acquistata nel 2018, insufficiente a garantire i servizi necessari in caso di emergenza.

«L’attuale parco autovetture è obsoleto – sottolinea la Giunta -, risale agli anni ‘90 e non rispetta le vigenti norme anti-inquinamento, essendo per la quasi totalità vetture classificate Euro 0. La maggior parte dei veicoli è immatricolata da oltre vent’anni e dunque sprovvista della tecnologia minima indispensabile per la migliore tutela della sicurezza, quali airbag, servosterzo o ABS. La vetustà degli automezzi rende onerosa e frequente, poi, la manutenzione per poter circolare su strada».

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