Jesi-Fabriano

«Arrivederci Maestro!»: commozione, ricordi e dolore per la morte di Corrado Olmi

Tutta Jesi ricorda la gentilezza e l'ironia dell'attore, amatissimo in città. Le parole del sindaco Bacci e degli artisti che hanno lavorato con lui

Corrado Olmi

JESI – «Insieme, finalmente, come promesso. Ciao Papà, buon viaggio. Un privilegio essere tua figlia». Le parole, toccanti e commosse, sono quelle con cui Veronica Olmi, una delle tre figlie del maestro, dice addio all’amato padre Corrado Olmi dalla sua pagina Facebook, condividendo foto, ricordi e il grande dolore di una figlia che deve salutare per sempre il padre, che raggiunge così la moglie Lucia morta da poco più di un anno. Un dolore fortissimo che Veronica sceglie comunque di condividere nel grande palcoscenico virtuale dei social dove l’eclettico papà Corrado continuava a essere applaudito virtualmente da migliaia di amici che da lontano lo seguivano.

Corrado Olmi con il professor Antonio Ramini durante una lezione alla Luaj

Condivisione è sempre stata la parola d’ordine di questo grande personaggio, artista, attore, istrione che portava Jesi nel cuore e che oggi viene salutato da tantissimi amici. Non potevano mancare parole di cordoglio da parte del sindaco di Jesi Massimo Bacci a nome di tutta la cittadinanza. «La scomparsa di Corrado Olmi è una triste notizia per Jesi, città a cui era legato da un amore viscerale – scrive il primo cittadino -. Ci lascia un grande artista di cinema e di teatro, compagno di viaggio di un’altra straordinaria jesina della seconda metà del secolo scorso come Valeria Moriconi, ma anche apprezzatissimo scenografo e disegnatore. Ho scelto di ricordarlo in una foto con il professor Antonio Ramini, con cui aveva collaborato all’Università degli Adulti ed a cui proprio ieri abbiamo conferito la cittadinanza benemerita alla memoria, insieme a Giorgio Merighi e Marianeve Padalino. Sono certo che lui, da lassù, avrà apprezzato con piacere! Arrivederci Maestro!».

Nel 2018 l’ultimo spettacolo al teatro Pergolesi di Jesi insieme agli Onafifetti, la band satirica di eterni giovanotti che oggi ricorda il maestro con un sorriso amaro. Quello di chi deve salutare. «I nostri ricordi “personali” di Corrado Olmi sono in bianco e nero. Sprofondano nel post ’68 e, via via, da allora, sono sempre stati vivi e reali, costanti, affettuosi e complici – ricordano Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella -; la nostra “storia” con Corrado non si è mai interrotta. Per anni ha regalato alla sua città, libri, calendari da lui disegnati, con un tratto preciso e felicemente ironico, per anni si è sempre speso perché il ricordo delle assi del Pergolesi non andasse mai dimenticato. Ci fu a fianco nello spettacolo del nostro trentennale di attività, intervenendo come attore protagonista in Ci chiamavamo forse … gioventù nel 1999 e lo stesso fece per la festa dei nostri cinquant’anni, nel 2018, sempre al Pergolesi di Jesi, in Ridendo e scherzando 50 ne fo, presentato da Pino Strabioli, suo grande amico. In estate, quando veniva al mare a Falconara, non abbiamo mai saltato un anno, tranne questo maledetto 2020 – continua il commosso ricordo degli Onafifetti -: una presenza, la sua in palcoscenico con noi, che non poteva non suscitare ammirazione ed affetto nel pubblico. L’età, in teatro, non conta; recitava, cantava e disegnava come se ​fosse, ancora, un giovane pieno di curiosità verso tutto. Ci ha voluto molto bene, noi lo abbiamo ricambiato totalmente, lo abbiamo considerato parte della nostra vita. Oggi lo piangiamo perché sappiamo che non lo risentiremo più al telefono. Non amava la retorica, e noi vogliamo ricordarlo così anche se il cuore è pieno di pianto e tante sono le sensazioni e le emozioni che si accavallano. Ecco, amava totalmente la sua dolce metà, Lucia, che lo ha lasciato da poco più di un anno e con la quale non vedeva l’ora di ricongiungersi. Ciao Corrado, ti vogliamo, oggi, ancor più bene anche se restiamo un po’ più soli».

Corrado Olmi alle Celebrazioni Pergolesiane nel 2010

Anche la Fondazione Pergolesi Spontini è vicina al lutto della famiglia Olmi e ricorda il maestro. «La Fondazione Pergolesi Spontini in lutto per la scomparsa di Corrado Olmi, tra i volti più amati del cinema e del teatro italiano. Oltre 50 anni di carriera, Olmi aveva mosso i primi passi nelle filodrammatiche della nella sua città natale, Jesi, sullo stesso palcoscenico – quello del Teatro Pergolesi – da cui prese il volo Valeria Moriconi. Ed assieme a Valeria e al marito dell’attrice, Aldo Moriconi, Corrado Olmi aveva deciso nel 1952 di tentare l’avventura artistica a Roma, partendo dalla città marchigiana tutti a bordo di un’auto 1100. Da allora non si è più fermato, sempre al fianco di grandi registi e attori, in una filmografia immensa, sceneggiati tv e spettacoli teatrali e d’operetta. Tanti i premi, tra cui il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista per il film La cena (1998) di Ettore Scola. Il suo legame con Jesi si è mantenuto molto forte, ed oggi la città lo piange e lo ricorda quale uno dei più vitali e generosi protagonisti del palcoscenico. Fortissimo, soprattutto, il suo attaccamento al teatro Pergolesi – continua la Fondazione – dove è tornato più volte nel corso della sua lunga carriera, tra cui nel 1998 in occasione delle celebrazioni per i 200 anni della sua inaugurazione. Per la Fondazione Pergolesi Spontini aveva preso parte alle Celebrazioni per i 300 anni della nascita di Giovanni Battista Pergolesi, il 4 gennaio 2010 presso la Cattedrale di san Settimio. E ancora, tra le ultime apparizioni sul palcoscenico jesino, il 18 maggio 2018 aveva preso parte allo spettacolo Ridendo e scherzando, 50 ne fo!, spettacolo scritto, diretto e interpretato dagli Onafifetti per i 50 anni della compagnia di teatro cabaret. Partecipiamo con commozione al dolore delle figlie Veronica, Alessandra e Giulia».

Corrado Olmi
Gastone Pietrucci de La Macina e Corrado Olmi

«Una persona dolcissima, sempre attento e generoso. Era sempre con noi, vicino al nostro fare arte e spettacolo, vicino a noi come persone – così Gastone Pietrucci, leader del gruppo musicale La Macina, ricorda Corrado Olmi –. Ho nel cuore un bellissimo dono che ci fece nel 2008: le caricature di tutti i musicisti de La Macina e in particolare per me, un collage su foglio nero che è diventato il logo del gruppo. Fino a 10 giorni fa ci siamo sentiti al telefono, era affaticato nel parlare ma continuava a interessarsi della città e di come andassero le cose, se stavamo organizzando qualcosa… era molto attento. E avremmo voluto fare uno spettacolo insieme, desiderio che rimarrà sospeso. Una persona gentile, una persona cara che ci mancherà tanto».  

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