Jesi-Fabriano

Cnh Industrial scioglie le riserve, confermato il piano industriale di marzo

Soddisfazione dei sindacati dopo l'incontro con l'azienda e il Mise. Rientra l'agitazione negli stabilimenti del gruppo, a Jesi non ci sarà cassa integrazione ma si è comunque scioperato in segno di solidarietà con i lavoratori a rischio

Cnhi New Holland Jesi

JESI – Rientra l’agitazione dei lavoratori negli stabilimenti della CNH Industrial in tutta Italia, dove nei giorni scorsi si è scioperato per chiedere all’azienda di confermare gli impegni presi nel piano industriale ratificato al Ministero dello Sviluppo Economico il 10 marzo 2020. Anche a Jesi – dove la Cnh aveva già fatto sapere di non attivare la cassa integrazione per tutto l’anno – lunedì scorso i lavoratori avevano incrociato le braccia per otto ore «a sostegno e in solidarietà con gli stabilimenti dove l’accordo quadro è stato messo in discussione» (come a Brescia e Lecce) e per chiedere al Governo «di interessarsi alle sorti di quello che, con oltre 17.000 dipendenti, rappresenta una delle più grandi imprese presenti nel Paese».

La Fiom Cgil ha fatto sapere che ieri, 29 luglio, «all’incontro in teleconferenza con il Ministero dello Sviluppo economico e con la partecipazione del Ministero del Lavoro nonché delle Regioni interessate, Cnh Industrial ha confermato in sostanza gli impegni presi nel piano industriale ratificato al Mise il 10 marzo 2020. CnhI per Brescia e Lecce ha ritirato le riserve comunicate nella riunione precedente».
Nel dettaglio, per lo stabilimento Iveco di Brescia si prevede il ricorso al contratto di solidarietà per 30 mesi, per Lecce i cali di volume, determinati dalla contrazione di mercato, potrebbero richiedere in futuro l’apertura di un contratto di solidarietà. L’impatto dell’emergenza sanitaria sulla crisi dell’automotive fa comunque restare difficili le situazioni a Pregnana Milanese, che cesserà la produzione il prossimo anno e su cui è in corso un confronto in sede regionale per la reindustrilizzazione, a San Mauro Torinese, che sarà riconvertito in polo logistico, alla Cnh di Foggia dove sono saltate importanti commesse. A Modena e Jesi la produzione va avanti nonostante l’impatto dell’emergenza Covid.

«L’accordo di marzo, gli scioperi e le manifestazioni indette in tutti gli stabilimenti dei giorni scorsi e il confronto continuo con l’azienda hanno permesso la ripresa proficua del tavolo al Mise. Siamo consapevoli che restano da affrontare problematiche rese particolarmente difficili dal periodo di emergenza che stiamo attraversando, ma siamo anche fiduciosi che la conferma degli investimenti possa costituire la premessa per la tutela dell’occupazione», ha commentato la Fiom Cgil nazionale.

«Il confronto in corso sul piano industriale e occupazionale di CnhI è un banco di prova per tutti a partire dalle politiche del governo per uscire dalla crisi attraverso l’innovazione negli investimenti, ammortizzatori sociali e formazione per garantire la transizione. Per questo motivo chiediamo la partecipazione al prossimo incontro di settembre dei ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico», conclude il sindacato.

La situazione resta comunque da monitorare. Oggi, nel presentare i risultati della trimestrale al 30 giugno 2020, Cnh Industrial ha annunciato un calo del 26% dei ricavi consolidati, e di prevedere che per la fine dell’anno i ricavi netti delle attività industriali saranno in diminuzione tra il 15% e il 20%, «quale conseguenza dell’impatto del Covid-19 sulle condizioni di mercato in tutte le aree geografiche e i segmenti». 

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