Jesi-Fabriano

Club Nova Aesis e Fondazione Federico II Hohenstaufen, serata imperiale

Ospiti del sodalizio culturale il presidente Fabio Costantini e la vice Franca Tacconi che hanno parlato dell'attività svolta e da svolgre nel segno del grande imperatore jesino. Gli itinerari federiciani un progetto per valorizzare il territorio

Fabio Costantini, Fabio Bertarelli, Franca Tacconi, Giancarlo Catani
Fabio Costantini, Fabio Bertarelli, Franca Tacconi, Giancarlo Catani

JESI – Il progetto di grande respiro è la creazione di un itinerario federiciano che ponga Jesi al centro, in posizione di coordinamento con le altre realtà che già costituiscono una rete per tutti i contatti reciproci che intercorrono.

Un progetto ambizioso ma non certo irrealizzabile, al quale la Fondazione Federico II Hohenstaufen sta già lavorando da tempo con prospettive interessanti.

E proprio la Fondazione, con il presidente Fabio Costantini e la vice Franca Tacconi, è stata ospite, ieri 16 novembre, dalla serata di incontri che il Club Nova Aesis organizza mensilmente affrontando i temi di maggiore interesse e attualità che riguardano Jesi.

Al Circolo Cittadino, il presidente della Nova Aesis, Fabio Bertarelli, ha sottolineato come «la Fondazione è un’associazione benemerita in una città che ha sempre “masticato” cultura e ci farebbe molto piacere allacciare ancora più intensi rapporti di collaborazione».

Il vice Giancarlo Catani, che è anche consigliere comunale delegato al turismo, ha elogiato il lavoro svolto negli anni dalla Fondazione «che ha avuto il merito di rivalutare la figura del grande imperatore, messa un po’ da parte, grazie all’idea e all’impegno del primo presidente, Gino Borgiani, negli anni ’80. Gli intinerari federiciani non potranno che costituire un volano importante per tutto il movimento turistico che ruota intorno alla nostra città».

Un momento della conviviale al Circolo Cittadino

Che la “sua Betlemme” non fosse proprio così attaccata al suo figlio Federico II, in tempi moderni, lo dimostra anche il fatto che nella piazza dove è nato la lapide marmorea a ricordo sottolineava come il fatto fosse avvenuto “per caso“.

«E ci è voluto l’intervento della Fondazione – ha ricordato Costantini – per rimuoverla e sostituirla con quella attuale. Un rapporto strano tra la città e uno dei suoi figli maggiori, fatto d’amore e poca sensibilità fino a qualche anno fa. Noi siamo nati con lo scopo di rappresentarne la figura e gli ideali e per valorizzare il territorio attraverso lo “stupor mundi“».

Un prodotto culturale, quello che “sforna” la Fondazione, di altissimo livello e praticamente a costo zero. Biblioteca tra le più fornite d’Italia – se non la più fornita – accessibile a tutti, contenente tutto quello che su Federico II è stato scritto. Studenti che vengono seguiti per le loro tesi di laurea, conferenze con ospiti di statura internazionale, le Tabulae, la rivista di 200 pagine – usciti 50 numeri – momentaneamente interrotta per problemi economici ma con le edizioni uscite che si stanno pubblicando sul sito internet. La collaborazione proficua e fattiva con il nuovo museo virtuale Federico II Stupor Mundi che finalmente ha dotato Jesi di “qualcosa” di grandissimo interesse, visto che di vestigia imperiali non ce ne sono.

«La rete di contatti realizzata – ha spiegato Franca Tacconi – è molto importante, con collegamenti e gemellaggi che ci permettono di coprire tutto quello che fu il mondo di Federico. Siamo gemellati con la nostra omologa di Palermo, con la tedesca di Göppingen. Dialoghiamo con l’Umbria – abbiamo collaborato al documentario “Puer Umbriae” – con la Basilicata – dato il nostro apporto a un libro turistico sui castelli federiciani – e la Puglia. Una delegazione di Enna è stata nostra ospite qualche giorno fa. Tra gli itinerari vorremmo anche ricreare il viaggio di Costanza d’Altavilla da Meda a Jesi, quel viaggio che la vide poi partorire in piazza il futuro imperatore».

Talita Frezzi con il suo libro "Chiamatemi Federichino" insieme a Franca Tacconi
Talita Frezzi con il suo libro “Chiamatemi Federichino” insieme a Franca Tacconi

L’anno prossimo, 2018, La Fondazione Federico II Hohenstaufen compirà 30 anni all’insegna di due grandi tematiche che verranno affrontate: i rapporti con le grandi religioni cristiana, ebraica e musulmana e l’idea di natura che aveva l’imperatore «la cui figura attira ancora moltissimo».

Presente alla serata anche il presidente del Rotary Club, Egiziano Iencinella, il quale si è complimentato con l’iniziativa augurandosi che «entusiamo ed energia durino nel tempo».

E la giornalista Talita Frezzi con il suo libro uscito e presentato di recente, “Chiamatemi Federichino“, protagonista il piccolo Federico II narrato tra favola e realtà per i più piccoli, che sarà presentato a Barbara, nel salone comunale, venerdì primo dicembre prossimo (ore 21) e disponibile a Jesi al museo Federico II Stupor Mundi, libreria Kirikù, Libreria dei Ragazzi in via Pergolesi, su Amazon D e, naturalmente, alla Fondazione Federico II di Palermo.

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