Jesi-Fabriano

Chiaravalle si interroga sulla pericolosità sociale del 32enne arrestato dopo la rapina da “Arte&Oro”

Il giovane si trova ricoverato a Torrette in stato detentivo. Il sindaco Costantini lo conosceva come un ragazzo con problemi ma non violento

Carabinieri Jesi

CHIARAVALLE – Il giorno dopo la rapina a mano armata messa a segno ai danni della gioielleria “Arte&Oro” di corso Matteotti, ci si interroga sulla reale pericolosità sociale di quel giovane, 32 anni, originario di Palermo ma trapiantato a Chiaravalle con la famiglia, affetto da disturbi psichici. Un ragazzo che faceva lavoretti saltuari, che tutti vedevano spesso gironzolare per il centro ma che non aveva mai destato paura. Fino a ieri, quando ha fatto irruzione nella gioielleria di Federico Raffaeli, minacciando lui e sua moglie con un punteruolo per farsi consegnare del denaro e 15 orologi di marca.

Prima, nella mattinata, aveva inscenato una rapina a due anziane della città, minacciandole sempre con lo stesso punteruolo. E aveva creato caos all’interno di un bar. Per bloccarlo – dopo che aveva messo a segno la rapina in gioielleria afferrando il titolare per il collo – c’è voluto l’intervento dei Carabinieri della Stazione di Chiaravalle e del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Jesi. I militari, prontamente intervenuti sul posto alla richiesta al 112 della moglie del titolare del negozio, lo hanno bloccato in flagranza di reato e lo hanno arrestato senza che nessuno si facesse male. È stato necessario comunque l’ausilio di ulteriori 6 carabinieri per stabilire l’ordine e la sicurezza pubblica, recuperare il maltolto e restituirlo all’avente diritto. Il giovane, accompagnato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette dove è stato sedato, si trova ricoverato in stato di arresto.

Il rapinatore inveisce contro il titolare della gioielleria Arte&Oro di Chiaravalle, lungo il corso

«Una vicenda delicatissima – commenta il sindaco di Chiaravalle Damiano Costantini – quel giovane era conosciuto da tutti, si vedeva che aveva problemi, ma non era violento, non aveva mai fatto del male a qualcuno, tant’è che ai servizi sociali non erano pervenute segnalazioni di disagio, né sul mio tavolo erano giunte richieste di firmare un Tso. Di lui non sapevamo nulla come servizi sociali. Lo si vedeva comunque spesso in giro, un ragazzone che sembrava un gigante buono, forse con qualche problema che gli pesava sulle spalle, ma non da renderlo aggressivo o pericoloso. Quanto accaduto ieri mi lascia davvero male – continua il primo cittadino – sono vicino alle vittime e devo dire che il titolare della gioielleria ha avuto sia coraggio nel gestire la situazione, sia comprensione per lo stato mentale del giovane. Non tutti l’avrebbero fatto. Ora sarà il giudice, in fase di convalida dell’arresto, a decidere se disporre un qualche ricovero in una struttura psichiatrica o rimetterlo in libertà e in quel caso, ci attiveremo con i servizi sociali per destinarlo in qualche sede appropriata alle cure. Spero vivamente che la situazione si risolva al meglio per lui. Tengo comunque a sottolineare che non è un segnale di degrado di una società – conclude – o di una parte di essa, ma anzi rappresenta un caso isolato, verso cui interverremo per fornire l’assistenza sanitaria necessaria».     

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