Jesi-Fabriano

Chiaravalle piange la morte di Sergio Pasquini

Questo pomeriggio (25 settembre) si è svolta la cerimonia funebre nella chiesa di Santa Maria in Castagnola ed in tantissimi hanno voluto manifestare la loro stima e l’affetto verso un uomo buono e generoso che ha dato tanto alla città

L'abbazia di Santa Maria in Castagnola dove si sono svolti i funerali

CHIARAVALLE – Era un bancario, era un appassionato sportivo, era stato indispensabile segretario prima della Don Leone Ricci, la squadra della parrocchia, e poi della mitica Biagio Nazzaro, la squadra della città di Chiaravalle. Era soprattutto un uomo mite e tranquillo Sergio Pasquini, morto sabato scorso a 64 anni all’ospedale di Torette, dopo una lotta dura e senza esclusione di colpi contro un male cattivo e subdolo che, negli ultimi anni, lo aveva minato nel fisico e nel morale.

 

Sergio Pasquini

Oggi pomeriggio (25 settembre) a Chiaravalle si è svolta la cerimonia funebre ed in tantissimi hanno voluto manifestare la loro stima e l’affetto verso un uomo buono e generoso che ha dato tanto alla città ed in particolare al mondo dello sport locale. Nella chiesa di Santa Maria in Castagnola, nonostante la pioggia, si sono dati appuntamento in moltissimi. Tutti quelli che lo hanno conosciuto ed apprezzato, tutti quelli che avevano lavorato con lui a Jesi nella filiale della banca Carim, tutti coloro che hanno condiviso con Sergio l’avventura bella e pulita della Don Leone Ricci, la polisportiva parrocchiale che era stata intitolata ad un epico cistercense che a Chiaravalle aveva lasciato il segno. E poi gli ultimi amici della Biagio Nazzaro dove Sergio fino a pochi mesi fa ha continuato con certosina puntualità e meticolosità a prestare la propria opera di addetto alla segreteria, amante com’era dello sport e dello stare tra i giovani, sulle tribunette dei campetti di periferia, lontano dalle luci della ribalta. Ora Sergio Pasquini è andato a raggiungere Mario Moscatelli, un altro chiaravallese che aveva dedicato tanta parte di esistenza per la formazione dei giovani e la promozione dello sport. Chissà quanti ricordi si scambieranno, chissà quanti aneddoti su una Chiaravalle che non c’è più!

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