Jesi-Fabriano

Casa, mobilità, servizi, qualità del lavoro: l’impatto Amazon su Jesi. Cgil: «Ci sia un tavolo di pilotaggio»

Dopo la posa della prima pietra del nuovo centro di distribuzione del colosso dell'e-commerce, a Palazzo dei Convegni il confronto organizzato da sindacato e Istituto Gramsci, fra opportunità e criticità da affrontare

Amazon, il confronto organizzato da Cgil e Istituto Gramsci

JESI – “Amazon cambia il territorio: l’impatto occupazionale, economico e sociale nella Vallesina”: la Cgil ne parla, in un appuntamento promosso con l’Istituto Gramsci, a Palazzo dei Convegni a Jesi e chiede «un tavolo di pilotaggio permanente con gli enti locali più coinvolti e le forze sociali per un lavoro comune ed efficace: è quanto chiede la Cgil di Ancona, in preparazione dell’arrivo di Amazon in Vallesina», all’indomani della simbolica cerimonia di posa della prima pietra. Al convegno presenti il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, il segretario Cgil Ancona Marco Bastianelli, il segretario nazionale Filt Michele De Rose e Carlo Carboni, docente della Politecnica delle Marche.

È Fiordelmondo a introdurre alcuni dei temi e spiegare: «Amazon complessità e sfida da cogliere, dobbiamo mettere in campo tutte le energie perché sia un fattore positivo per tutti». E poi le questioni da affrontare: «La qualità del lavoro, diretto e indiretto, in Amazon. Le sollecitazioni che i mille occupati più l’indotto comporteranno per mobilità e residenzialità: potremmo trovarci di fronte a uno shock per il mercato, con aumenti dei costi di affitti e appartamenti o la richiesta di nuovi spazi. Non è il nostro intento, ci sono in città luoghi da recuperare o riqualificare verso cui spingere l’eventuale richiesta».

De Rose ricorda: «Si ricomincia a pensare a dove e come produrre, alla luce di pandemia e guerra, e questo può dare nuovo ruolo ai territori, al Mediterraneo e ai porti italiani. Amazon è oggi il più grande del suo settore ma potrebbe in futuro diventare uno degli attori e cambiare la sua mission. Le criticità nei rapporti con Amazon non sono mancate, così come le problematiche quando, ad esempio, maxi centro da 2mila occupati vengono creati vicino a realtà molto più piccole di quella di Jesi. Ma l’Italia è stata la prima al mondo dove Amazon ha riconosciuto l’interlocutore sindacale e sottoscritto un accordo, frutto del lavoro del sindacato, come elemento riconosciuto in questo Paese dalla sua Costituzione, e del supporto in questo della politica». Il professor Carboni evidenzia: «Jesi, con Amazon, si troverà a incontrare un potere globale, con numeri economici simili a uno Stato. Il rischio è che si crei una Amazon-dipendenza. E allora è importante ci sia una volontà di rilancio e di investimento delle istituzioni nello snodo porto-aeroporto-interporto: per bilanciarne la forza, occorre fare in modo che ci sia altro oltre Amazon».

Rileva Bastianelli: «Siamo di fronte ad un interlocutore imprenditoriale e sarà complesso prevedere per tempo le risposte necessarie per l’avvio di un’attività dai mille risvolti come la capacità di ricezione abitativa e i servizi sociali ma anche le questioni legate al trasporto pubblico locale e le infrastrutture. Dovremo affrontare tre tipologie occupazionali: gli assunti da Amazon direttamente; gli operatori di magazzino, magari presi a tempo determinato o in somministrazione; gli operatori di logistica esterni, destinati ad esercitare il collegamento del hub con gli snodi infrastrutturali». Secondo il segretario provinciale Cgil: «Un grande lavoro attende il sindacato, a partire da orari e organizzazione dei cicli, per tutelare la dignità e qualità del lavoro. La scelta è caduta sui Jesi, un’area strategica, che pone al centro interporto, porto, aeroporto, autostrada e SS76 verso il Tirreno e una duplice linea ferroviaria. Serve una risposta forte di sistema, l’arrivo di Amazon deve diventare un momento importante di lavoro per molti. Crediamo che la Regione, innanzitutto attraverso i Centri per l’Impiego, possa svolgere un ruolo fondamentale di anticipazione dei processi di selezione e formazione, almeno per una bella fetta di futuri occupati». Tutta la Vallesina, conclude Bastianelli, «sarà interessata da questo processo e i dati ci parlano di una crescita, tra disoccupati e inoccupati, di oltre il 10% fra 2022 e 2023; oltre 3 mila i soggetti coinvolti dal programma GOL. Chi lavora ad Amazon non godrà certo di retribuzioni alte e, in molti casi, sarà anche soggetto ad una, perlomeno iniziale, precarietà occupazionale che costringerà, per esempio, a soluzioni abitative a basso costo. Questi lavoratori non possono essere lasciati soli».

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