Jesi-Fabriano

Casa Cesarini al San Martino, l’Anfass Jesi: «Soluzione giusta»

«Esistono difficoltà, vincoli, complessità ma nulla deve far dimenticare o far velo a ciò che Daniela Cesarini aveva in mente, ovvero ciò che – accettato il suo lascito testamentario – è diventata eredità di una città intera»

Il complesso San Martino

JESI – Bene l’eventuale ipotesi San Martino quale sede della casa famiglia per persone con disabilità legata alla eredità di Daniela Cesarini. A dare tale giudizio è l’Anfass – Associazione famiglie di persone con disabilità – di Jesi, che in merito all’idea circolata, alla luce dell’attuale stallo dei lavori di recupero dell’ex convento Giuseppine, dove la struttura si sarebbe dovuta realizzare, ricorda di avere a suo tempo già suggerito la soluzione San Martino.

Il complesso San Martino

Anfass si rivolge con una lettera aperta al sindaco Lorenzo Fiordelmondo, al Consiglio comunale, alla città. «Risulta che oggi – Natale 2022 – la scelta del fabbricato ex Giuseppine si è rivelata dunque perlomeno lenta nella sua concretizzazione. Noi di Anffas Jesi – spiga l’associazione – siamo stati coinvolti nella fase di consultazione in più di una occasione. Ricordo che la idea del San Martino, per la sua ubicazione centrale e grazie allo spazio aperto di cui dispone, ci era sembrata soluzione giusta per le finalità. Qui si tratta di costruire delle abitazioni “giuste” per persone che hanno disabilità e che, come desiderava Daniela Cesarini, è bene siano inserite in un contesto socializzante, vivo e pulsante come solo un centro storico può essere».

Seguita Antonio Massacci, presidente Anffas Jesi: «Noi di Anffas Jesi a questo punto della vicenda vogliamo dire al sindaco, al consiglio comunale e ai cittadini che portare a termine un progetto come questo – nato da un atto di mecenatismo – rappresenta innanzi tutto una sfida alla cultura inclusiva di una comunità. Esistono le difficoltà, certo, i vincoli, certo, la complessità di tante sensibilità, certo: però nulla di questo deve far dimenticare o far velo a ciò che Daniela Cesarini aveva in mente, ovvero ciò che – accettato il suo lascito testamentario – è diventata eredità di una città intera. Si deve, siamo convinti che sia eticamente obbligo di una comunità pensare che la disabilità è una condizione che tocca tutti, perché tutti siamo nella condizione di vivere una fragilità, durante la nostra vita. Prenderne atto significa – secondo Anffas Jesi  – condividere, cercando di capirle, queste fragilità, senza presunzioni di sorta, senza prevaricamenti di nessuna logica che non sia quella della inclusione vera, reale, quotidiana e non quella degli slogano o del pietismo».

Infine, «Anffas Jesi fa appello – in un periodo dell’anno che richiama ai valori assoluti della spiritualità collettiva – all’esercizio di attenzione e cura per le persone più fragili. Lo si può praticare con la …pratica condivisione delle scelte, in ogni loro passaggio, in ogni loro momento di approfondimento. Che possano, queste scelte, essere un vero Buon Natale per la città di Jesi».

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