Jesi-Fabriano

Jesi, carenza di medici al Pronto Soccorso. Fiordelmondo (Pd) incalza Comune e Regione

Il consigliere comunale democrat accende i riflettori sulle problematiche del reparto di accettazione e urgenza dell’ospedale Carlo Urbani, portando la questione in consiglio comunale

L'esterno del Pronto Soccorso dell'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Pochi medici e infermieri, posti letto carenti che obbligano il personale dell’ospedale Carlo Urbani ad avvalersi di letti-barella per dare risposte a tutti i pazienti. Una situazione denunciata da più parti, a partire dal Tribunale per i Diritti del Malato, che Lorenzo Fiordelmondo, consigliere comunale Pd, porta in aula.

«La pianta dei medici di Pronto Soccorso pare essere in forte sotto organico, essendo questi ultimi chiamati anche a sopperire alle carenze di altre strutture ospedaliere e che proprio per questo la Regione è stata più volte sollecitata ad un intervento risolutivo – osserva Fiordelmondo -. In data 2 luglio 2019, stanti i rilevati problemi della sanità ed in particolare dell’ospedale Carlo Urbani e nello specifico i tagli di posti letto e gli accorpamenti di reparti resi necessari nell’intera Area Vasta alla luce della carenza di personale, era già stata convocata presso il Comune di Jesi la commissione avente ad oggetto “analisi delle criticità gestionali ed operative dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi ed indicazione delle prospettive future nell’ottica di una corretta e funzionale assistenza al malato”. Alla luce della situazione gestionale imposta dalla pandemia in corso, anche gli spazi del pronto soccorso di Jesi paiono essere allo stato insufficienti a garantire il distanziamento che le norme anticovid prevedono».

Ad oggi pertanto, prosegue il consigliere del Pd, «le problematiche della sanità e dell’ospedale Carlo Urbani, alla luce dei dati raccolti dalle notizie di stampa, appaiono persistenti e sarebbe quindi auspicabile un nuovo confronto diretto con le strutture ed i vertici sanitari coinvolti. Tali carenze avrebbero determinato lo stazionamento in loco anche di pazienti molto anziani i quali, si legge, non hanno potuto essere trasferiti ai reparti ed essere presi in cura, restando anche per cinque giorni su letti-barella non certo confortevoli».

Fiordelmondo vuole dunque sapere se ciò corrisponde al vero e se l’amministrazione intende procedere «con sollecitudine a supportare le richieste avanzate dai medici del Pronto Soccorso di Jesi alla Regione Marche, rendendosi anche parte attiva al fine di un nuovo confronto in Comune, alla presenza di rappresentanti medico sanitari della struttura locale ed i vertici Asur regionali».

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