Jesi-Fabriano

Improvviso pit-stop alla Cardiologia del “Carlo Urbani” di Jesi, i ringraziamenti della famiglia

Il ringraziamento di una famiglia che si è trovata, suo malgrado, a dover trascorrere il 1 gennaio all'ospedale di Jesi

Ospedale Carlo Urbani

JESI – Erano in viaggio per trascorrere le vacanze, ma improvvisamente la gita rischia di trasformarsi in incubo quando il capofamiglia, da tempo sofferente di un problema cardiaco, ha iniziato a stare male. Ma la deviazione, resa necessaria, all’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi si rivela una manna dal cielo per questa famiglia che non solo riesce a risolvere la problematica in tempi rapidi e in modo efficace, ma trova anche un luogo accogliente tanto da volerlo scrivere – in una lettera aperta – che suona come un ringraziamento e un plauso.

«Invio questa breve lettera perché anche le cose belle e di qualità meritano di essere segnalate – esordisce la signora Antonella Ayroldi – per un problema sanitario mentre ero in viaggio sono capitata il primo gennaio in ospedale a Jesi. Sono stata davvero molto colpita: ampi parcheggi, pineta curata e stesso dicasi del prato, Pronto soccorso ordinato e silenzioso, corridoi enormi, ampie vetrate, pareti abbellite da bellissime tele dipinte, pulitissimo e luminosissimo, 5 piani di reparti ognuno con la propria sala di attesa fornita di comode poltroncine. Il corridoio di Pediatria con alle pareti disegni plastificati e coloratissimi dei piccoli pazienti e poi occhi sorridenti dietro le mascherine, e un fiume di “ha bisogno?”, “stia tranquilla” etc».

Soddisfatta la signora Ayroldi anche del personale che – va detto – da sempre è la punta di diamante dell’ospedale “Carlo Urbani”. E lei lo conferma. «Il personale, cortese e professionale – aggiunge – mio marito ha un problema cardiaco da diversi anni, ed è la prima volta che mi/ci siamo sentiti davvero tranquilli ed accolti».

Poi parte il ringraziamento: «grazie tante al reparto Utic/Cardiologia e a tutti i suoi professionisti. Allora le cose belle e funzionanti si possono fare? Io non so chi ha voluto progettato e realizzato tutto questo… a lui /lei tutta la mia stima e i miei ringraziamenti», conclude la lettera firmata che solleva il cuore degli operatori in un momento particolarmente difficile in cui si sono trovati, proprio nelle scorse settimane, a dover contrastare episodi di violenza e di tensione.

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