Jesi-Fabriano

“Cantata per Jesi”: al Pergolesi, la città riscopre la musica dedicatale da Zingarelli 223 anni dopo

L'appuntamento il 23 dicembre. «“Scritta per la città di Jesi”: è quanto aggiunge al titolo, di suo pugno, il compositore, fra i maggiori di fine ‘700 e inizio ‘800. Un vero onore per una città che un Maestro di tale levatura abbia composto un’opera appositamente per lei»

Immagine di repertorio (Il teatro Pergolesi di Jesi illuminato di blu)

JESI – Il prossimo 23 dicembre al Teatro Pergolesi (ore 21, ingresso gratuito prenotazione obbligatoria), potrà essere ascoltata per la seconda, se non per la prima volta, in 223. Si tratta della partitura per coro, orchestra e due voci soliste “All’armi franche”. «“Scritta per la città di Jesi”: è quanto aggiunge al titolo, di suo pugno, l’autore della musica, Nicolò Zingarelli. Compositore italiano fra i maggiori fra fine ‘700 e inizio ‘800. Un vero onore per una città che un Maestro di tale levatura e livello abbia composto un’opera appositamente per lei» evidenzia Paolo De Vito, direttore del Coro Federico II che l’ha riscoperta e la riproporrà al pubblico.

“Cantata per Jesi” il titolo della serata nel corso della quale, dice il presidente del Federico II, Vincenzo Grilli, «presenteremo anche la pubblicazione di 70 pagine con la quale spieghiamo il lavoro di recupero compiuto». Una storia datata 1798. Per la precisione 21 maggio di quell’anno la data riportata nello spartito, di cui esistono due copie: una, l’originale, nella biblioteca della Santa Casa di Loreto e l’altra, identica, nella jesina Biblioteca Planettiana. «Qui – dice Grilli- abbiamo ritrovato lo spartito e da qui è iniziato questo percorso. Partito dall’idea, nel corso del lockdown, di cercare qualcosa da riscoprire».

Nel 1798 Nicolò Zingarelli, napoletano esponente della Scuola musicale napoletana, vissuto fra 1752 e il 1837, era Maestro di Cappella presso la Santa Casa di Loreto. È De Vito a spiegare: «Si sa che la municipalità di Jesi inviò a Zingarelli a Loreto il testo con la richiesta di una partitura, che il Maestro scrisse e mandò. Su quest’opera ha lavorato il musicologo fermano Paolo Peretti. Si può pensare che in quell’epoca la municipalità di Jesi affermatasi con l’arrivo delle truppe francesi cercasse il distacco dal potere dei Papi. Nel testo ricorre spesso la parola “Libertà”. Probabilmente si spiega così il fatto che la musica non sia mai stata, se non una sola volta, eseguita».

Il presidente Vincenzo Grilli, il direttore Paolo De Vito del coro Federico II

Prima o seconda volta sarà dunque quella del Pergolesi. L’assessore alla cultura Luca Butini parla di «doppio recupero: quello che del proprio patrimonio ha operato la Biblioteca Planettiana digitalizzandolo e quello che ha coinvolto musicologi, esperti e appassionati per restituire alla fruizione questa cantata. Una storia di creatività, attaccamento al territorio, ricerca di nuovi stimoli».

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