Jesi-Fabriano

Biodigestore, Bacci: «Jesi non lo vuole per forza ma la politica decida»

«Colpevolmente immobili da almeno cinque anni. E i cittadini, tutti, ne pagano le conseguenze: sia economiche, con un costante e progressivo aumento della tassa rifiuti, sia ambientali»

Il sindaco Massimo Bacci

JESI – «La politica resta colpevolmente immobile da almeno cinque anni sulla realizzazione, nella nostra provincia, di un impianto per il recupero della frazione organica dei rifiuti in una logica di economia circolare. Ed i cittadini, tutti, ne pagano le conseguenze: sia economiche, con un costante e progressivo aumento della tassa rifiuti, sia ambientali con camion di rifiuti che vengono smaltiti a centinaia e centinaia di chilometri». Così il sindaco Massimo Bacci, tornando a intervenire sul tema biodigestore, al vaglio della Assemblea dell’Ata mercoledì prossimo 27 maggio.

«In tempi di Covid- evidenzia Bacci- dove famiglie ed imprese chiedono un’attenzione particolare per i tributi che gli enti locali sono chiamati a introitare, la responsabilità di chi gioca al rinvio per non si sa quale tornaconto politico non è più tollerabile. Jesi si è candidata per ospitare un biodigestore dove la frazione organica dei rifiuti, in un sistema di massima sicurezza, viene trasformata in biometano per l’autotrasporto e in ammendante per fertilizzare i terreni. A quella disponibilità non ha fatto seguito nulla da parte dell’Ata, l’organismo provinciale che associa tutti i Comuni e che era chiamato a decidere. Eppure ci era stata messa fretta per avviare quanto prima i lavori. E così si sono persi almeno altri due anni».

Conclude il sindaco: «Jesi non vuole per forza questo biodigestore. Se altri Comuni della provincia sono disponibili ad ospitarlo si facciano pure avanti. L’importante è che si decida bene ed in fretta. Perché continuare a far ricadere sulle tasche e sulla salute dei cittadini le colpe di chi non sa assumersi responsabilità è il peggiore esempio che gli amministratori pubblici possano dare».

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