Jesi-Fabriano

Jesi-Udine, vittoria con strascichi polemici

L'amministratore unico arancioblu Altero Lardinelli chiede scusa per le accuse lanciate agli arbitri durante il match vinto ieri sera dall'Aurora, dimettendosi da vicepresidente di Lega. Dura la presa di posizione del general manager friulano

Termoforgia Jesi - Gsa Udine
Termoforgia Jesi - Gsa Udine

JESI – «Chiedo scusa per il comportamento irriguardoso nei confronti della terna arbitrale da me tenuto durante la gara di ieri, un atteggiamento non giustificabile per il ruolo di Amministratore Unico che ricopro oltre che per l’incarico assunto in Lega come Vice Presidente, ruolo dal quale ho rassegnato, già nella serata di ieri, le mie dimissioni al presidente Basciano».

Il giorno dopo Termoforgia Jesi – GSA Udine, e alla vigilia del via della Coppa Italia Old Wild West 2018, Altero Lardinelli affida ad una dichiarazione il suo stato d’animo, al termine di una giornata con continui botta e risposta sui social fra le due tifoserie.

«La tensione mi ha giocato un brutto scherzo, chi opera nel mondo dello sport sa di cosa parlo, ma sono il primo a riconoscere che i dirigenti delle società siano i primi a dover fornire esempi virtuosi di comportamento, esempio che ieri sera non sono stato assolutamente in grado di trasmettere. Di questo mi scuso nei confronti della terna arbitrale e anche dei molti “maestri giustizialisti” che oggi non si sono risparmiati, correttamente per carità ma non senza esagerazioni, in termini di critiche nei confronti del mio operato».

Nella consapevolezza di aver commesso un grave errore, l’Amministratore Unico aurorino vuole comunque “isolare” il suo gesto promuovendo la correttezza dell’ambiente sportivo jesino: «Non vorrei che quanto accaduto – conclude Altero Lardinelli – trasmetta un immagine sbagliata della piazza di Jesi, macchiando la tradizione di assoluta correttezza e sportività del pubblico jesino che non ha bisogno di dimostrazione alcuna. Jesi è riconosciuta in Italia come una piazza partecipe ma mai  violenta ed anche ieri, al termine di una gara combattuta ed incerta, con tensioni finali anche sul parquet per via di comportamenti sopra le righe di qualche giocatore, non si sono registrate intemperanze o reazioni tali da mettere a repentaglio la sicurezza di tutti, sia all’interno del campo di gioco sia sulle tribune. Per questo ringrazio sia il servizio d’ordine del Commissariato di Polizia, efficiente come di consueto, sia gli steward presenti in numero più che adeguato che operano per noi all’interno del Palasport».

Immediata è arrivata la risposta del presidente di Udine, Alessandro Pedone: «Poco fa – scrive – l’amministratore unico dell’Aurora basket Jesi, Altero Lardinelli, ha fatto pubbliche scuse per il comportamento tenuto ieri sera, dimettendosi da vice presidente della Lega basket. Un gesto forte e netto, che condivido, perché purtroppo quanto accaduto, con le sue ripetute invasioni di campo durante la partita, ha travalicato il senso dello sport ed i principi che dobbiamo tutti infondere. Non sono nessuno per giudicarlo e sono il primo a capire che talvolta l’emozione gioca brutti scherzi. Detto questo chiudiamo subito ogni polemica, anche nei confronti di una squadra come quella di Jesi che ha vinto meritatamente, anche se in difficoltà nelle rotazioni, battendoci sia all’andata che al ritorno: punto!
Purtroppo ieri sera non ero presente a Jesi in quanto trattenuto per lavoro. Ma finalmente da domani sarò nelle Marche, al fianco della squadra, in una terra meravigliosa che conosco benissimo e porto nel cuore, avendo risieduto a Fano, sin da bimbo e fino ai 18 anni. Forza ragazzi cerchiamo di riscattarci già domani pomeriggio, tentiamo di portare la coppa a Udine, mettiamocela tutta e riprendiamo la nostra grinta, intensità in difesa e lucidità in attacco, senza diventiamo opachi, facilmente battibili e oggettivamente brutti».

Prima delle scuse di Lardinelli, il General Manager di Udine, Davide Micalich così si era espresso: «C’è ancora molta amarezza. Faccio pallacanestro da tanti anni e per fortuna continuo ad arrabbiarmi come una bestia quando la mia squadra perde contro una compagine che dovrebbe essere più debole della nostra, con tutto il rispetto per la Termoforgia che ha meritato di vincere. La squadra purtroppo non riesce ad avere continuità e dobbiamo assolutamente capire in tempi brevi quali siano i motivi di questi alti e bassi. Faccio una premessa: non guardo mai le designazioni arbitrali delle nostre partite perché ritengo che gli arbitri siano funzionali al gioco e quindi prima delle partite dedico le mie energie a squadra e allenatori per fare in modo che i ragazzi siano messi nelle condizioni ideali per scendere in campo per rendere al massimo. Vedere scene come quelli di ieri, purtroppo ripetute più volte, con vere e proprie aggressioni in mezzo al campo a danno degli arbitri, mi fa pensare che qualcosa non va bene. Ho grande solidarietà per la classe arbitrale che, per me, non influisce sul risultato delle partite. Siamo tutti funzionali al gioco, ognuno ha il suo ruolo e bisogna essere sinceri: il vero problema sta nella classe dirigenziale di cui anche io faccio parte. Dobbiamo farci tutti un bagno di umiltà e di coscienza, prenderci le nostre responsabilità e renderci conto che se vogliamo dare un futuro a questo gioco servono grandi imprenditori come Alessandro Pedone che investono risorse, entusiasmo ed energie nell’ambiente che amiamo. Ma poi servono bravi dirigenti che sappiano gestire queste risorse e facciano in modo che il problema non siano gli arbitri da rincorrere in mezzo al campo, bensì i giocatori che non fanno canestro. Il mio primo pensiero, quindi, è capire perché la mia squadra sia così altalenante, perché non riesca a mettere in campo tutti i cavalli del suo motore, perché non riesca a vincere tutte le partite, fermo restando il valore degli avversari. Il pensiero successivo, però, è fare in modo di non vedere più scene come quelle di ieri sera perché credo che non facciano bene allo sport, indipendentemente da chi ha vinto. Ognuno di noi deve impegnarsi a dare il buon esempio in un gioco di cui facciamo tutti parte. Il Questore di Udine, dott. Cracovia, prima del derby contro Trieste, in una riunione a cui abbiamo partecipato sia noi che i dirigenti di Trieste, ha voluto sottolineare come il daspo valga per tutti, tifosi ma anche giocatori e dirigenti. Se io a Udine facessi invasione di campo e rincorressi per quattro volte l’arbitro in mezzo al campo durante la partita, finirei in via Spalato, sarei messo in gabbia, e mia moglie dovrebbe portarmi le arance. Allora, se esiste questa regola del daspo, applichiamola. Perché quello che ho visto ieri è intollerabile e ha rovinato la partita, che comunque non avremmo meritato di vincere per l’atteggiamento che abbiamo avuto rispetto alla voglia messa in campo dai nostri avversari. Ma la gara è cambiata dopo questi episodi che nulla hanno a che fare con la pallacanestro. L’ambiente è diventato caldissimo: Raspino si è preso una pallonata in faccia e i nostri giocatori si sono sciolti come neve al sole. Deve esserci equità sportiva: a Udine sono obbligato a convocare almeno 40 steward a partita, abbiamo telecamere a circuito chiuso in tutto il palazzetto e faccio fatica a spiegare al mio presidente che è giusto così. La prossima volta che il mio Presidente a fine partita entrerà in campo a protestare con conseguente multa non lo bloccherò, tanto vale. Le regole devono essere uguali per tutti e vinca il migliore. Se io metto 40 steward a Udine e una persona entra in campo viene subito bloccata. Da uomo di sport sono molto dispiaciuto e ribadisco la massima solidarietà verso la classe arbitrale. Detto questo, guardiamo avanti e tuffiamoci nella Coppa che proveremo a vincere».

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