JESI – Corso Matteotti ancora una volta “protagonista” del fine settimana con un altro banchetto politico, stavolta allestito dalla Lega Nord Jesi avversa allo “ius soli“.
Domani, sabato 21 e domenica 22 ottobre, davanti alla galleria ex Gabrielli dalle ore 10 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle ore 17 alle ore 19.30 i militanti del Carroccio, guidati dalla coordinatrice cittadina e consigliera comunale, Silvia Gregori, raccoglieranno firme e incontreranno i cittadini che lo vorranno per avere cognizione del problema, visto secondo la Lega.
![Silvia Gregori Silvia Gregori](https://www.centropagina.it/wp-content/uploads/2017/10/silvia-gregori-candidata-sindaco-1-2-276x300.jpg)
«Lo “ius soli”, legge approvata in Parlamento nel 2015 ma rimasta bloccata in Senato per mancanza della maggioranza, a nostro avviso creerebbe un danno irreparabile – afferma Silvia Gregori – condannando l’Italia a diventare una grande colonia dell’Europa e una sala parto per l’Africa e l’Asia, con conseguenze economiche e demografiche devastanti. Attualmente in Italia esiste lo “ius sanguinis” che riconosce la cittadinanza per diritto di discendenza da genitori, uno o entrambi (o avi di accertata nazionalità italiana)».
Secondo la consigliera comunale «dobbiamo guardare il livello di integrazione del richiedente, perchè la cittadinanza è un percorso interiore non solo esterno, un obiettivo, un’accettazione totale di obblighi, doveri e poi diritti dello Stato a cui si richiede».
Andando al particolare «nella mia città, Jesi, vedo bambini di tante etnie diverse che sono nati in Italia ma che, e mi riferisco a quelli di religione musulmana in particolare, non si sentono italiani ma solo appartenenti al territorio italiano, il che è diverso».
«La cittadinanza, ripeto, è un obiettivo, una fusione di valori e sentire comune. E voglio dare merito agli sforzi profusi da tutti coloro che sono diventati dei cittadini italiani modello e condannare chi della cittadinanza italiana vorrebbe farne solo un uso improprio, un mezzo per vivere di sussistenza a nostre spese senza produrre nulla se non, molto spesso, delinquenza, chi dice di sentirsi italiano e poi impone i suoi usi e costumi».