Jesi-Fabriano

Le nove ‘balette’ di Jesi in mostra agli Internazionali di tennis a Roma, nel nome di Gianni Clerici

Il sindaco di Jesi all'inaugurazione della sala stampa dedicata al grande cronista sportivo che nel 2013 capì la funzione dei misteriosi oggetti ritrovati nel 1932 nel pozzo di Palazzo della Signoria

Il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo con le nove balette di Jesi, in mostra dall'8 al 21 maggio al Foro Italico

Anche il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo questa mattina ha preso parte all’intitolazione a Gianni Clerici della sala stampa del Centrale del Foro Italico, a Roma, alla presenza di Nicola Pietrangeli, il primo tra i grandi tennisti italiani, del presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, Vito Cozzoli, e del prof. Giuliano Amato, già presidente della Corte Costituzionale. Presente all’incontro anche Carla Saveri, vice presidente del Club delle Balette di Jesi.

L’omaggio allo scrittore e giornalista, morto lo scorso anno, arriva nella giornata inaugurale degli Internazionali d’Italia, il più importante torneo tennistico italiano in campo maschile e femminile. Per tutta la durata del torneo, all’interno della lounge di Sport e Salute, saranno esposte le nove “balette” di Jesi, le palline del ‘500 usate per il gioco della Pallacorda e rinvenute nel 1936, durante i lavori di restauro del pozzo di Palazzo della Signoria.

Le “balette” sono le antenate delle moderne palline da tennis, ma al tempo del loro rinvenimento non se ne capì la portata storico-sportiva. La loro funzione emerse nel 2013, quando Gianni Clerici e Loretta Mozzoni, l’allora direttrice della Pinacoteca, collaborarono a un articolo di grande importanza per la storia del tennis: quei nove oggetti erano antiche palline del gioco della palla corda, una sensazionale scoperta che aprì nuovi scenari sulla già ricca storia sportiva della città di Jesi. La loro storia e quello dello sport cui appartengono è stata ricostruita in un libro di recente pubblicazione, “Pallacorda e non solo. Il meraviglioso caso di Jesi”, frutto della passione e della brillante intuizione del Club delle Balette che ha collaborato con lo storico dell’arte Marco Droghini, e con la prefazione a cura di Giuliano Amato.

«Contenti di iniziare questa avventura così – ha detto oggi Cozzoli dedicando la sala stampa al cronista -, Clerici ne sarebbe stato contento. Lui amava il tennis e il giornalismo in modo viscerale, erano le sue passioni e ha fatto tanto per entrambi». Poi il ricordo di Amato che ha sottolineato come «Gianni si sia appassionato al tennis come sport da praticare e come arte umana da coltivare», mentre per il sindaco di Jesi «è importante essere qui, perché si celebra un uomo che ha rappresentato tanto per lo sport e per la cultura». 
La conferenza si è poi chiusa con il ricordo di Pietrangeli e la targa dedicata a Clerici svelata all’ingresso della sala stampa. «Sono quello che ha conosciuto meglio Gianni quando ancora il giornalismo con lui non aveva ancora niente a che fare – ha detto Pietrangeli -. Dopo una partita mi disse “ragazzino, vedrai che farai carriera” e così nacque la nostra amicizia. Lui ha scritto la bibbia del tennis, chi vuole conoscere questo sport deve partire dai suoi libri». 

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